La vendetta del cavaliere

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Volare da una parte all’altra della stanza era ormai un’abitudine per tutti. Teddy, per esempio, era finito più volte dentro il camino, bruciandosi il pelo; Jack era privo di entrambe le braccia e Bob, con la sua bella macchina da formula uno, non aveva più la testa. Al sottoscritto era sempre finita bene, almeno fino a oggi. L’ultimo volo mi era costato caro. Paolo, il mio padroncino, aveva cercato di colpire la sua amichetta usandomi come mazza. Quando la poverina era fuggita piangendo, il caro ragazzino mi aveva lanciato come un dardo esplosivo verso di lei. Ero finito sul muro e, voilà, addio gamba. Che destino infame per un glorioso guerriero dalla onorevole carriera di pupo nei più importanti teatrini siciliani. Come rimpiango quei momenti di gioia tra le risate e gli ohhh di sorpresa del pubblico.

Se quella megera della madre non avesse voluto spendere un capitale per soddisfare l’ultimo capriccio di suo figlio forse adesso sarei per le strade di Palermo a godermi il sole e gli applausi della gente. A ogni modo quella era stata l’ultima volta che subivo un trattamento del genere: ero pur sempre un valoroso cavaliere con tutti gli onori del caso e un sopruso del genere non potevo proprio sopportarlo. Non avrei mai immaginato che la mia spada fosse così resistente e affilata, devo ammettere che questa notte mi ha permesso di fare proprio un gran bel lavoro. Ogni taglio è risultato netto e preciso e, in pochi minuti, ho eseguito un’operazione degna del miglior chirurgo. Ho spesso sentito parlare del cuore umano, qualcuno lo definisce gentile e coraggioso altri lo paragonano a una pietra, ora che me lo ritrovo davanti posso sicuramente affermare una cosa: sanguina da matti!

Sergio Di Girolamo