Nebbia
spettrale su Milano.
Due lune piene distinte sullo stesso orizzonte.
La più grande è alta nel cielo. Lattiginosa, butterata, magnetica. La seconda è ben
più piccola e nitida, ed è color rosso sangue. Nessunaltra luce nel quartiere.
Il prurito che sento sotto il cappotto è quasi insopportabile. Mi fanno male i denti, le
ossa e la testa pare mi debba scoppiare da un momento allaltro. Accosto affianco
alla seconda luna, non riesco più a guidare. Non è proprio la sera ideale per un primo
appuntamento.
A dir la verità è un paio di notti che sto così, da quando quel nuovo strano collega mi
ha portato allHalf-Moon Club a bere qualcosa. Qualcosa è la parola giusta, perchè
non ho la più pallida idea di cosa mi sia trangugiato. So solo che sono tornato a casa
ubriaco.
Sarà colpa di quello? Alla televisione se ne sentono di tutti i colori sui cocktail:
droghe e pasticche disciolte, Prozac, Roipnol e chissà quante altre diavolerie.
Guardo la luna più grande, quella vera, prendo un grosso respiro e il dolore aumenta. Mi
piego sul sedile sbavando sul volante. Mi asciugo le labbra con il dorso della mano e mi
pungo con la barba. Maledizione! Lho fatta prima di uscire.
Guardo la luna più piccola, il semaforo sopra il cancello. Non è più rosso sangue. Ora
è verde acido, allora capisco... non so come sia finito qui, ma ora ho il permesso di
entrare anche senza il mio collega, perchè questo è il discreto ingresso posteriore per
i clienti VIP dellHalf-Moon Club.
Mentre il cancello automatico si spalanca, sento i richiami del branco dallinterno.
Si stanno già divertendo con gli altri, e non aspettano altro che io mi aggiunga
alla festa.
Sono uno di loro, adesso.
Scusami, baby, stanotte farò tardi.