Bene e male, luce e tenebre

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Chiude gli occhi e si chiede come sia stato possibile arrivare sull’orlo del baratro.
Risponde la voce aliena, che sempre parla quando il male che si nasconde nella sua anima viene in superficie e si riversa con catastrofica brutalità nel mondo degli uomini.
Non è colpa tua... dice la voce... sei uno strumento nelle mani di qualcosa d’infinito, sei un puntino nell’immenso Disegno concepito da chi vede il cosmo nella sua totalità... prosegue la voce con disprezzo... non avere dubbi, non avere rimorsi, è il tuo destino...
Una lacrima scende in silenzio, cocente. Dolorosa.
Il suo destino è segnato, ha visto la strada da percorrere, una strada lunga, di morte e sangue, prima di arrivare alla gloria che spetta a chi ha speso la propria vita per qualcosa di unico ed irripetibile.
Sangue e morte e distruzione.
Il male nelle sue facce più acuminate.
Spietate.

Ha ucciso la sua famiglia e tutti i suoi amici. Ha avvelenato le riserve idriche della sua città, provocando in un solo giorno più di duecentomila morti.
Ha tentato di sabotare la vecchia centrale nucleare.
Ed ora lui si guarda allo specchio e piange.
Piange per il dolore che è chiamato a seminare sulla verde faccia della terra.
Il suo viso, amorfo nella maschera demoniaca che lentamente si sostituisce ai suoi lineamenti bisbiglia di non temere, che tutto serve il Disegno.
I suoi occhi, che pian piano passano dall’azzurro al nero gli sussurrano di non avere paura: lui è lo strumento, lo strumento perfetto per l’instaurazione del nuovo ordine.
Si guarda, ammira stupefatto il suo nuovo Io, cosciente della doppia natura del suo essere. Bene e male, luce e tenebre in un solo corpo.
Fissa i suoi occhi, gli occhi dell’altro.
Sorride.
- Andiamo - dice la bocca non sua - l’Apocalisse è prossima.

Stefano Milighetti