Chiude gli
occhi e si chiede come sia stato possibile arrivare sullorlo del baratro.
Risponde la voce aliena, che sempre parla quando il male che si nasconde nella sua anima
viene in superficie e si riversa con catastrofica brutalità nel mondo degli uomini.
Non è colpa tua... dice la voce... sei uno strumento nelle mani di qualcosa
dinfinito, sei un puntino nellimmenso Disegno concepito da chi vede il cosmo
nella sua totalità... prosegue la voce con disprezzo... non avere dubbi, non
avere rimorsi, è il tuo destino...
Una lacrima scende in silenzio, cocente. Dolorosa.
Il suo destino è segnato, ha visto la strada da percorrere, una strada lunga, di morte e
sangue, prima di arrivare alla gloria che spetta a chi ha speso la propria vita per
qualcosa di unico ed irripetibile.
Sangue e morte e distruzione.
Il male nelle sue facce più acuminate.
Spietate.
Ha ucciso la sua famiglia e tutti i suoi amici. Ha avvelenato le riserve idriche della sua
città, provocando in un solo giorno più di duecentomila morti.
Ha tentato di sabotare la vecchia centrale nucleare.
Ed ora lui si guarda allo specchio e piange.
Piange per il dolore che è chiamato a seminare sulla verde faccia della terra.
Il suo viso, amorfo nella maschera demoniaca che lentamente si sostituisce ai suoi
lineamenti bisbiglia di non temere, che tutto serve il Disegno.
I suoi occhi, che pian piano passano dallazzurro al nero gli sussurrano di non avere
paura: lui è lo strumento, lo strumento perfetto per linstaurazione del nuovo
ordine.
Si guarda, ammira stupefatto il suo nuovo Io, cosciente della doppia natura del suo
essere. Bene e male, luce e tenebre in un solo corpo.
Fissa i suoi occhi, gli occhi dellaltro.
Sorride.
- Andiamo - dice la bocca non sua - lApocalisse è prossima.