I suoi
occhi traslucidi rifletterono per la prima volta la sagoma di quellorrenda figura in
una fredda notte di novembre. Era lì, davanti a lui. Un essere grottesco dai lineamenti
soprannaturali. Sicuramente non si trattava di un uomo, questo lo sapeva bene... Lo fissò
per una manciata di secondi e labominio fece altrettanto. I loro sguardi si
incrociarono in un turbinio di pensieri confusi. Nessuno parlò, nessuno si mosse. Non si
erano mai visti prima, eppure era come se si conoscessero da una vita.
Disteso a terra, ai loro piedi, giaceva qualcosa, forse lunica cosa veramente umana
nella stanza... una donna. Il volto nascosto dietro ai lunghi capelli cremisi, le palpebre
chiuse e la faccia rivolta al suolo, schiacciata contro le mattonelle. Il corpo
completamente cosparso di sangue, lo stesso sangue che ricopriva tutto il pavimento.
Non cerano porte in quella stanza avvolta dalloscurità, solo una finestra
spalancata che si affacciava su uninfinita distesa dacqua. Niente terra, nè
sabbia, nè quantaltro di solido. Solo un grande oceano.
I due rimasero immobili, esaminandosi a vicenda. Lui lo osservava con stupore, spaurito
dalla sua imponente figura. Vedeva le mani, le braccia; vedeva le gambe, il corpo; e
soprattutto vedeva il volto, il suo volto. Un volto percosso dal dolore, i cui occhi non
conoscevano felicità.
Una lacrima attraversò i loro volti, mentre lui allungò un braccio per toccare la strana
figura... solo allora capì di essere davanti ad uno specchio.