I bambini
attendevano il loro turno al gioco della pignatta, sbraitando e soffiando nei fischietti
argentati e nelle trombette colorate donategli dagli organizzatori della festa patronale
del paese. I mocciosi eccitati formavano un semicerchio attorno alla bambina bendata,
intenta a colpire la pignatta appesa al sostegno di legno, armata di un lungo bastone.
Invano un paio di adulti, in pantaloni di lino e maglietta dellAssociazione
donatori di sangue, tentavano di convincerli a non spingere e restare composti. E come
ogni anno le loro parole finivano offuscate dalla folla festante. Dietro di loro le mamme
spettegolavano incuranti del caldo torrido, fissandosi come ebeti dietro enormi lenti nere
di occhiali da sole firmati. Il bastone ondeggiava nellaria asciutta e ad ogni
tentativo andato a vuoto la folla ululava e starnazzava, schernendo la bambina già
paonazza in volto per lo sforzo. La pignatta appesa al sostengo di legno penzolava intatta
come una testa mozzata, colma di caramelle e coriandoli e frutta secca.
Distaccato dal gruppo, le mani affondate nelle tasche dei calzoncini corti, Miki osservava
timidamente la mazza che volteggiava incerta fendendo laria dagosto. La vedeva
spiccare sopra le teste degli altri bambini, come un solitario bastone volante.
Non amava quella festa e le grida, il sudore e le mamme eccitate che stampavano baci
appiccicosi ai figlioli. Avrebbe preferito restarsene a casa e lanciare la palla a Tobia,
il suo fedele pastore tedesco. Si sarebbe accontentato di svolgere i pochi compiti delle
vacanze che gli rimanevano pur di stare alla larga da tutti quei clown, con le loro facce
bianche e i nasi rossi. Ovunque si voltasse ne poteva vedere uno che distribuiva caramelle
e stelle filanti. Quel terrore era dovuto probabilmente da quel film che aveva visto, quel
pagliaccio che regalava palloncini colorati ai bambini e poi li trascinava nei tombini.
Miki desiderò tremendamente di tornare a casa.
Il primo grido scoppiò qualche minuto dopo. Tra un gruppetto di genitori distaccato un
uomo stava aggredendo una signora strappandole a morsi brandelli sanguinolenti dal braccio
adiposo. La donna stringeva un ombrello per ripararsi dal sole che lanciò per aria mentre
tentava invano di divincolarsi dalle fauci del pazzo. In pochi notarono i vestiti
incollati e marci che indossava luomo, o il colore del suo viso, verde come acqua di
palude. Una ragazza si mise ad urlare mentre il resto delle persone si spintonava e
correva, alcuni vomitavano, e per un istante Miki credette di vivere uno dei suoi incubi.
Si voltò di scatto per scappare ma incocciò nello sceriffo Jackson che proveniva dalla
parte opposta e gli rovinò sopra, sotterrandolo. Il peso delluomo lo schiacciava,
ma poté ugualmente sentirne le urla di dolore. Cercò di alzarsi ma la pressione della
corpulenta legge gli stroncava il respiro mentre un indescrivibile puzzo di carogna gli
invase le narici. Riuscì a divincolarsi in qualche modo aggrappandosi allerba del
prato e scavando con le dita nella terra secca, con le gambe spinse verso lalto per
inarcare abbastanza la schiena dello sceriffo tanto da scivolare fuori. Rotolò verso
destra senza badare alla pistola abbandonata dello sceriffo e quando alzò gli occhi vide
un uomo seduto sulla pancia di Jackson. Aveva i vestiti a brandelli e inzuppati di fango
rinsecchito e reggeva il viso del suo pasto con le mani giunte, come se racchiudessero un
calice. Non badò a Miki mentre affondava i denti della faccia di Jackson.
Più in là, una donna priva di un braccio si stava cibando affannosamente della bambina
bendata mentre la pignatta le sovrastava, intatta e custode di golose leccornie. Miki
ripartì di corsa proprio mentre lo sceriffo Jackson si rialzava, morto e affamato.
Sentiva i muscoli delle gambe atrofizzati e il sudore gli disegnava strane forme sulla
maglietta e non si voltò neanche una volta per guardare.
Poi il mondo si spense.
- Abbiamo finito con il numero 506? Muoversi, dannazione, di là
cè una coda che inizia dalla macchinetta del caffè!- urlò concitato il
responsabile di reparto RP2.
- Ma signore, non siamo forniti di una macchina per il caffè espresso - rispose placido
linserviente per i collegamenti mentali CM14.
- Era un modo educato per incitare voi CM a darvi una svegliata - rispose senza ironia RP2
- abbiamo finito con il ragazzo?-
- Sì signore, lo stanno scollegando. Ha simulato per mezzora. Una festa paesana, se
non vado errato.-
- Bene. Il responso? - domandò RP2
- Direi positivo, si è divincolato con discreta capacità motoria e ha mantenuto un
sufficiente battito cardiaco. Non ha evidenziato crolli fisici, e questo è un dato
positivo. Gli altri due soggetti testati prima di lui sono svenuti dopo essersi orinati
nei pantaloni - rispose adeguatamente CM14.
- La pistola?-
- Non lha utilizzata, credo non ci abbia neanche pensato. Tengo a sottolineare che
il soggetto ha soltanto sette anni. -
- Certo, certo - tagliò corto RP2 - ma dobbiamo affrettarci, per questa settimana hanno
ordinato mocciosi dai sei a dieci anni e li vogliono tutti preparati. Ho sentito che li
faranno giocare in un labirinto al centro di uno stadio, disseminato di zone segrete e
nascoste dove potranno prelevare delle armi, naturalmente se ne avranno il tempo e il
coraggio.
- Capisco signore. -
- Non vedo lora di godermi quei morti viventi vagare per i corridoi dellarena,
vederli fiutare laria in cerca di quei ragazzini spaventati... vale tutto il prezzo
del biglietto!
- Certo, signore. -
- Ehi ragazzo, cosa sarebbe quella faccia pallida?- tuonò RP2 - non vorrai dirmi che sei
nuovo qua. -
- In prova da due giorni, signore - rispose con la voce roca CM14.
- Bene, mi sembri uno in gamba, ma non farti prendere da facili sentimentalismi. Questi
sono tutti soggetti con un piede nella tomba, comprendi? Abitanti del settore 05, dei
poveracci malati e destinati ai campi di raccolta. E sai cosa succede nei campi di
raccolta, vero?
- Sì, signore. Chi viene deportato nei campi di raccolta è automaticamente eliminato. -
- Bravo ragazzo, così mi piaci. Siamo tutti qua per svolgere il nostro lavoro. E un
compito duro, ama qualcuno dovrà pur farlo, non credi? -
- Sì, signore. -
- Molto bene. Dopotutto gli diamo una possibilità di salvarsi. Ho visto con i miei occhi
uno di quei nanerottoli spuntare sul traguardo, tutto inzuppato di sangue di zombie.
Reggeva ancora lascia che aveva racimolato lungo il percorso. Ed era il 2235! Con il
passare degli anni sono cambiate le regole, ora gli forniscono addirittura armi da fuoco
ed è compito nostro addestrarli. -
- Sì, signore. Concordo in pieno.-
- Molto bene ragazzo. Ora vai che sei in pausa... ancora una cosa, CM14. Voglio che il
numero 506 impari ad usare quella dannata pistola, sono stato chiaro? -