Uscirono
col buio.
Larve generate dalla spazzatura imputridita sotto un sole cocente.
Strisciarono fuori dai rifiuti divorando le carcasse in decomposizione rimaste lì da
quando il disgustoso olezzo di marciume aveva invaso la città diffondendo
quellinfezione devastante che aveva decimato la popolazione.
I denti scorticarono lultimo lembo di carne del cadavere: sapore nauseante, ma poco
importava alle creature.
Le vesciche comparse sui corpi nei giorni del contagio si aprirono vomitando nettare
prelibato per le loro lingue.
Si alzò il vento.
I bacilli del virus iniziarono inesorabilmente a spostarsi oltre i confini di quella landa
deserta, una volta chiamata metropoli.