«Il naso!» mi desta la voce. «Più arcuato!»
Sospiro. Mi tremano le dita.
«Le labbra!» ordina. «Sottili!»
Spento, alzo lo sguardo sugli scaffali: le teste di argilla mi giudicano. Lo so.
Lucia, ventotto anni, suicidio.
Lorenzo, quarantaquattro, infarto.
Moreno, solo sei, annegamento.
E tanti altri, di cui non ricordo nome, lavoro, motivo.
Io modello la creta. Io costruisco. Io creo. Ma è lei che strangola la mia
volontà. È lei che decide come. Quando. Perché. Una scultura, una vita. Semplice.
Io...
«Svelto!» sibila ancora, imperiosa.
... io non voglio continuare. La nuova opera mi assomiglia ogni secondo che passa.