Pochi passi mi separano dalla creatura deforme che, fino a qualche attimo prima, era una donna dolce e meravigliosa. Non so che genere di orribile mostro sia, ma, di certo, non è umano.
Vorrei fuggire, ma il terrore mi pietrifica e così resto immobile a guardare gli spasmi dei muscoli che si contraggono innaturalmente, le ossa che si piegano in nuove e orribili forme e la pelle che, in più punti, si tende e, infine, si lacera. Con uno scatto tenta di afferrarmi finché non colpisce lo specchio che ci separa. Osservo il sangue sgorgare dalla mia mano... è nero.