- Su, su signore, mi racconti. Sa... abbiamo molto lavoro qui al comando.
- Eh... non so proprio da che parte iniziare, signor Caporale... - esordì il vecchietto,
strascicando le parole, figlie di una voce ruvida e catarrosa.
- Beh, innanzitutto non sono caporale, - lo corresse il giovane carabiniere, con
educazione - e poi, che ne dice di comiciare a raccontare quel che è successo
dallinizio?
Il nonnino allora, restando rintanato nel cappotto, si sistemò sulla sedia e appoggiò il
cappello sulle ginocchia.
- Lei ha presente quella specie di piccolo altare votivo fra Basaldella e Carpeneto?
- Mmm... sì... abbastanza... - cincischiò laltro, mentendo.
- Ecco! Io faccio quella strada lì, quando cè nebbia, come oggi. Lho fatta
anche unora fa. Sa, meglio non rischiare con la mia vecchia Cinquecento.
- Eh sì, ha proprio ragione... ma su, mi dica? Cosa le è successo? Ha visto qualche
straniero con laria da poco di buono?
- Ecco Brigadiere... straniero non so... ma per quel che mi ha combinato, quello là, è
proprio un mascalzone!
- Eh, mi spiace, ma non sono neanche brigadiere. Comunque avanti avanti... mi racconti. -
lo invitò, cominciando a prendere sul serio la questione.
- Allora, - cominciò il vecchietto, scatarrando prima nel fazzoletto e ficcandoselo in
una manica - mi ero fermato davanti a questo altare, per dire unAve Maria, e ho
sentito una voce chiamarmi dal buio.
Il carabiniere lo ascoltava solo con mezzo orecchio, scartabellando verbali e multe. Il
vecchietto gli riusciva simpatico, ma non poteva certo perderci il pomeriggio.
- Insomma... - continuò quello - Mi sono visto sbucare da una crepa del muro un omuncolo!
Piccolo, sporco, brutto, con la faccia piena di rughe e bozzi e le orecchie più appuntite
di una lepre!
Salve! Mi ha detto euforico. E io che avrei dovuto fare, signor Maresciallo?
Ovviamente ho ricambiato il saluto!
- E poi? - gli chiese il carabiniere, ormai convinto di avere a che fare con un folle, e
senza specificare che non era nemmeno un maresciallo.
- E poi gli ho chiesto chi era, no. Che domande! E sa cosa mi ha risposto? Uno
sbilf! Al che giustamente gli ho fatto presente che il suo posto è in Carnia, a far
dispetti ai cjargnelli! E lui sa cosa mi ha detto, signor Colonnello?
- Cosa? - fece il carabiniere, scuotendo il capo, a quellennesimo impertinente grado
militare.
- Mi ha detto: Tanto per cominciare faccio sparire lauto a te! E per i
compaesani ci penserò. E come mi sono voltato per controllare, la mia Cinquecento
bianca era già scomparsa!
- Aha! - esclamò il carabiniere, mostrando finalmente un po dinteresse - Ma
allora come ha fatto ad arrivare fin qui? Si è fatto accompagnare?
- Certo che no! Sono venuto con la mia Cinquecento - gli rispose il vecchietto,
meravigliato.
- Ma non laveva rubata lo sbilf?
- Nooo, non rubata! Fatta sparire! È diverso eh.
- Unautomobile invisibile allora?
- Beh... magari non so se del tutto invisibile. Perché io la vedo eh, sennò come farei a
salirci!?
- Ah... Capisco... Mi scusi, mi scusi... - fece il carabiniere, conciliante, mentre
faticava a trattenere le risate - E cosa possiamo fare quindi? Vuole che facciamo una
denuncia per scancellazione di veicolo?
- Ecco sì! Proprio quella ci vuole! Vi serve il mio nome vero?
- Eh già. Lei è il signor...
- Beppino!
Il carabiniere scrisse su un A4 BEPPINO e poi, con educazione disse al
vecchietto che adesso poteva andare, e che avrebbero fatto ricomparire la sua auto al più
presto. Appena ebbe lasciato il comando, scoppiò a ridere!
La risata si affievolì, però, quando sbirciando Beppino dalla finestra, lo vide
allontanarsi sospeso a mezzaria, come se guidasse unautomobile invisibile!
Avrò avuto unallucinazione, pensò stropicciandosi gli occhi, con mezza
risata ancora attaccata alla faccia. Ma anche quella mezza risata scomparve, quando si
accorse che la sua Golf, nuova di zecca, era sparita.