E' un eufemismo dire che la sua camera era tappezzata di corpi: migliaia e migliaia di
ritagli di carta raffiguranti corpi ai quali erano state sovrapposte teste diverse. Ma
anche bocche e occhi nelle pance.
Aveva cominciato da un angolo della stanza, con pochi ritagli, per poi proseguire
indisturbato e, nel giro di due anni, aveva realizzato la sua opera omnia, tanto che la
gente che entrava nella sua dimora osservava rapita e, spesso, fotografava.
I corpi lo facevano sentire a casa, le teste sproporzionate gli davano un assurdo senso di
pace ed equilibrio. Le mostruosità erano fuori: quello era il regno della bellezza.
Un giorno che era particolarmente ispirato, decise di sperimentare la tecnica con il suo peluche
preferito. Speedy era un orsetto. Gli tagliò la testa con le forbici, scavò fuori
gli occhi e gli praticò due buchi nella pancia, per inserirli. La testa la dimenticò in
un angolo, preso dalleuforia.
Quella sera tutto scricchiolava, attorno al suo letto. Alcuni ritagli
cominciarono a staccarsi lentamente dal muro. Pance con gli occhi, pance con i denti e su
due gambe, scalavano la parete per riprendersi quella vita di merda che il padroncino gli
aveva tolto.
Lui dormiva, ma Speedy non gli avrebbe mai potuto perdonare il torto subito.
Dopo un po, la camera buia si popolò di esseri a due gambe che si avvicinavano
minacciosi al giaciglio. Sbatteva gli occhi come in un sogno, quando avvertì una fitta
nel fianco e si guardò la mano, bollente e grondante sangue. Cominciò a urlare,
chiedendo aiuto.
Di fronte a lui cera Speedy con la forbice in una mano e la testa
nellaltra. Il sorriso di felicità e soddisfazione.
Lo spettacolo era appena cominciato, per un degno re della bellezza.