Amore libero

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Da quando la ragazza era apparsa non c’era stato nient’altro.
Poi, mesi dopo la nascita del loro amore, aveva preteso che lui facesse quella cosa.
“Tesoro” disse lui, disperato “gli altri non capiranno. I miei genitori...”
“NO!” urlò lei, furiosa “Nessun altro! Tu ed io, Mosè! Tu ed io, cerca di ficcartelo in testa. Guardami, ragazzo. GUARDAMI!”
Lo sguardo di Mosè si fece assente mentre i suoi occhi si immergevano in quelli di lei, un sottile sorriso ad arricciargli le labbra.
“Ma certo” surrurrò “Oh, ragazzi, ma CERTO! SICURO!”
Il ragazzo prese lo stiletto sulla sua scrivania. Lei annuì, soddisfatta.
“Noi due” gli promise “per sempre”
“Ti amo, tesoro” sussurrò lui, con le lacrime agli occhi. Poi prese lo stiletto e con un movimento violento se lo piantò nel collo.
La ragazzà osservò il corpo sussultante che si spegneva velocemente, felice della prova d’amore.
“Ti amo anch’io, Mosè”

La penombra fu infranta dallo schermo del PC, che si accese senza apparente motivo.
Fottuta macchina. Doveva sbarazzarsene, decise. E chi diavolo era quella puttana a gambe aperte?
“Vaffanculo, troia.” Sputò rabbiosa.
Fu allora che la donna del desktop iniziò a parlare.
“Perché sei arrabbiata con me?”
Una seconda voce.
“Si prende cura di me, non temere.” la figurina putrefatta del nuovo venuto sorrideva “vieni con noi mamma si sta bene vieni con noi SI STA BENE MAMMA VIENI CON NOI CON NOI...”
La madre non avvertì il momento esatto in cui il cuore le si fermò, ma prima di morire, rovinando accanto a quella cosa che sembrava suo figlio, ebbe il tempo di rendersi conto che la vita le stava defluendo via. La luce nella stanza tremolò mentre le due figure nello schermo si scambiavano un tenero abbraccio; poi tutto si spense, e fu l’oscurità.

Massimo Toniato