La piccola fiammiferaia

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Era la vigilia di Natale. La piccola fiammiferaia aveva bussato invano alla porta della chiesa per ricevere asilo durante la notte. Nevicava ed a stento le braccia si stringevano attorno al suo corpicino per trattenerne il calore. La morte forse è meno fredda, si disse, ma scacciò subito via questo pensiero. I suoi occhi si soffermarono sulle tombe del cimitero antistante la chiesa e subito accese uno dei suoi fiammiferi.
La fiammella riscaldava a malapena la sua mano, ma lei immaginò che si trattasse di un focolare che illuminava una sala immensa dove la nonna stava addobbando un albero di Natale...
Il fiammifero si spense.
Ne accese un altro e questa volta riconobbe il volto sorridente della nonna che le porgeva delle rose.

-La morte non è così terribile, bambina mia- le disse, e la mano di un cadavere in putrefazione le carezzò il viso.
Il secondo fiammifero si spense.
Il vento fischiava, il battito del cuore le assordava le orecchie. Immaginazione, pensò, e toccandosi la guancia scoprì che vi si era attaccata una foglia bagnata dalla neve. Ovunque il buio.
Accese un altro fiammifero.
Sagome scure si alzarono dalle tombe: corpi rigidi, arti che si spezzavano, vesti luttuose che smaterializzavano nel buio i proprietari di cui restava solo il perlaceo riflesso di denti digrignati. Vide la madre, il volto sfigurato dalla febbre gialla che l’aveva uccisa. -Tesoro mio- le sussurrò- la morte è solo un passaggio, ti aspetterà una nuova vita. Tremi? Perché.. ?-
-V-vattene...vattene!- gemette tra le lacrime che le si ghiacciavano sul viso. Una mano le si poggiò sulla spalla. Era Hans, il bambino che vendeva fiammiferi, morto congelato tre giorni prima. La piccola fiammiferaia guardò i suoi piedini, completamente blu, a cui erano cadute delle dita.
L’ultimo fiammifero si spense.
La bimba urlò.

Martina Tosello