Era la
vigilia di Natale. La piccola fiammiferaia aveva bussato invano alla porta della chiesa
per ricevere asilo durante la notte. Nevicava ed a stento le braccia si stringevano
attorno al suo corpicino per trattenerne il calore. La morte forse è meno fredda,
si disse, ma scacciò subito via questo pensiero. I suoi occhi si soffermarono sulle tombe
del cimitero antistante la chiesa e subito accese uno dei suoi fiammiferi.
La fiammella riscaldava a malapena la sua mano, ma lei immaginò che si trattasse di un
focolare che illuminava una sala immensa dove la nonna stava addobbando un albero di
Natale...
Il fiammifero si spense.
Ne accese un altro e questa volta riconobbe il volto sorridente della nonna che le porgeva
delle rose.
-La morte non è così terribile, bambina mia- le disse, e la mano di un cadavere in
putrefazione le carezzò il viso.
Il secondo fiammifero si spense.
Il vento fischiava, il battito del cuore le assordava le orecchie. Immaginazione,
pensò, e toccandosi la guancia scoprì che vi si era attaccata una foglia bagnata dalla
neve. Ovunque il buio.
Accese un altro fiammifero.
Sagome scure si alzarono dalle tombe: corpi rigidi, arti che si spezzavano, vesti luttuose
che smaterializzavano nel buio i proprietari di cui restava solo il perlaceo riflesso di
denti digrignati. Vide la madre, il volto sfigurato dalla febbre gialla che laveva
uccisa. -Tesoro mio- le sussurrò- la morte è solo un passaggio, ti aspetterà una
nuova vita. Tremi? Perché.. ?-
-V-vattene...vattene!- gemette tra le lacrime che le si ghiacciavano sul viso.
Una mano le si poggiò sulla spalla. Era Hans, il bambino che vendeva fiammiferi, morto
congelato tre giorni prima. La piccola fiammiferaia guardò i suoi piedini, completamente
blu, a cui erano cadute delle dita.
Lultimo fiammifero si spense.
La bimba urlò.