Lucky non
era mai stato un uomo particolarmente coraggioso e, a discapito del nome che portava,
nemmeno tanto fortunato.
Era il 2137 quando si registrarono i primi segnali della grande epidemia; era
imprevedibile immaginare che nel giro di pochi anni la popolazione umana sarebbe stata
decimata e ridotta a una progenie di esseri immondi, stupidi e goffi.
Fu così che appena ne ebbe la possibilità, Lucky fece la cosa per la quale aveva più
attitudine: fuggire. Si infilò di soppiatto nella Shooting Star e, grazie alle poche
cognizioni di aeronautica che possedeva, la fece decollare verso lasteroride di
Cerere, dove, si diceva, vivesse una colonia terrestre ancora incontaminata.
Quello che stravolse i suoi programmi fu che uno di quegli esseri riuscì a salire a bordo
insieme a lui e ad aggredirlo quando ormai lastronave era lontana dal pianeta.
Lucky lottò con tutte le forze che aveva e uccise la creatura, non prima però che questa
potesse morderlo e infettarlo irrimediabilmente. In brevissimo tempo, il virus si
sviluppò allinterno del suo organismo privandolo delle principali facoltà mentali
e motorie.
Non fu più capace di attivare il sistema di autodistruzione della navicella, né di
modificare la rotta per un qualsiasi approdo tra la Terra e gli asteroidi.
Tutto quello che poteva percepire era una primordiale e incontrollabile sensazione di
fame, scoprendo a sue spese quanto errate fossero le teorie di chi sosteneva che gli
infettati erano privati della loro coscienza.
Non era proprio come essere vivi, ma restava un lumicino di consapevolezza, flebile come
una stella lontana milioni di anni luce.
Si dice che la Shooting Star sia entrata nellorbita di Urano e che ancora oggi, il
povero Lucky vaghi nello spazio condannato ad un eterno stato di semivita, solo e, cosa
ancora più terribile per uno zombi, senza nulla da mangiare.