Ti amo Jaqueline, sin dalla prima notte che ti ho incontrato. Eri così bella e seducente. Mi avvicinai inebriato e forse non trattenni la mia espressione, non bramosa, ma poco rassicurante. Tu urlasti ed io scivolai fuori dal tuo sogno e dal letto, nascondendomi nell'armadio pervaso dal tuo odore. Oh, Jacqueline, adoro osservarti dalle fessure quando provi maglioncini e camicette. Ti avvicini noncurante e li abbandoni nell'ombra dell'armadio, mentre io tremo pensando di incontrare la tua mano. Li consegni a me perchè li custodisca ed io mi sciolgo sentendoli ancora caldi. Prima che tu spostassi lo specchio potevo vederti in tutta la tua nudità quando passavi ore nella vasca. Qualcosa in me arrossiva timidamente, mentre il resto frenava emozioni che rischiavano di farmi scoprire. Quando la notte sussulti, presa dai tuoi sogni lussuriosi spesso apro le ante scivolando silenzioso sopra le coperte, avvicinandomi al tuo volto, cercando di scoprire cosa ti emoziona. Ho un particolare fiuto per certe cose...
Per questo, appena entrasti capii subito che qualcosa era diverso. Salendo le scale il tuo odore sembrava estraneo, poi, quando lo vidi avvicinarsi a te mi infuriai. Rimasi immobile mentre le tue mani giocavano con la camicetta, sbottonandola lentamente. I suoi occhi ti scrutavano mentre lasciavi cadere i vestiti che veneravo. Quando ti sei distesa sul letto ti ho rivista come la prima volta, e sono impazzito. Uscendo dall'armadio avvolto nella mia oscurità presi per le gambe quell'intruso. Lui gridava, ma non ebbi pietà. Strappai la pelle, lacerai la carne, graffiai il volto in modo che i suoi occhi impuri non potessero più posarsi su di te. Prima di sparire dalla finestra ti ho osservato Jaqueline, lo schizzo di sangue sul collo creava un contrasto stupendo con la tua pelle chiara e gli occhi impauriti. Ti amo Jaqueline.