-Finitela subito!
Lurlo di suor Stefania echeggiò nella stanza come mai prima di allora. I bambini
del collegio, tutti stesi nel letto, si zittirono. Il loro pianto struggente, i loro
gemiti esasperanti svanirono nel nulla. Ora cerano solo i loro sguardi feriti da
quella donna, la direttrice del collegio, che per molto tempo aveva tiranneggiato su di
loro.
-Non è giusto!... Non ci meritiamo questo!- replicò ad alta voce Gwendoyn.
Gwendolyn era una bambina bionda con occhi verdi e deliziose fossette rosse. Quella sera i
bambini avevano fatto tardi ai vespri e per punizione erano stati mandati a letto senza
cena. Ma invece di dormire avevano unito le loro proteste fino a scatenare la furia di
suor Stefania.
-Ora ascoltatemi bene! Tutti!- replicò la donna -Se non vi addormentate subito vi
manderò lUomo Nero, lessere che divora i bambini cattivi come voi!
-Non saresti neanche in grado di mandarcelo! Tu non sai niente dellUomo Nero!
-Oh, e immagino che voi sappiate tutto di lui...- li schernì suor Stefania.
-Certo... non ne esiste solo uno... ne esistono tanti...
-Ma davvero?
-Gli adulti non possono chiamarli... solo i bambini possono...
Mentre ancora la bambina parlava, suor Stefania vide che le ombre dei bambini si stavano
staccando dai loro piccoli proprietari. Lentamente ma inesorabilmente le piccole ombre
circondarono la suora protendendo verso di lei le loro lunghe mani artigliate.
-E noi bambini usiamo gli uomini neri per difenderci dalle persone che ci maltrattano-
concluse Gwendolyn.
I bambini contemplarono in silenzio la scena: le ombre avevano circondato la direttrice ed
ora si stringevano attorno fino a ricoprirla. Lultima cosa che la donna poté fare
fu urlare. Quando di lei non rimase più niente le ombre si ritirarono e raggiunsero i
loro piccoli proprietari.
-Buonanotte!- esclamò Gwendolyn sorridendo.
Poi i bambini si misero a dormire.