Silvia
aveva solo 5 anni, quando quel maledetto giorno di fine agosto salì nella sua vecchia
soffitta.
Spinta da una forza misteriosa arrivò nel sottotetto, mentre una campana in lontananza
stava suonando le 5 del pomeriggio.
Silvia aveva il viso dolce e paffuto, i capelli neri e riccioli e due grandi occhi castani
che scrutavano quella semi-oscurità senza paura; stringendo forte nella sua mano il suo
inseparabile coniglietto di pezza si avvicinò a un baule aperto al centro della stanza
dal quale pendevano vestiti e stoffe colorate.
Incuriosita frugò in cerca di un vestito da mettersi, ma improvvisamente la sua mano
toccò qualcosa di consistente e freddo e le sue dita penetrarono in due piccole cavità
concentriche!
Silvia tirò repentinamente indietro la mano e un urlo le si soffocò in gola!
Il cuore le batteva forte nel petto, ma dopo un attimo desitazione i suoi occhi
scrutarono con curiosa avidità quella maschera di gesso, dai lineamenti grotteschi, con
due occhi incavati e profondi e con un raccapricciante sorriso sulle labbra, che si
trovava di fronte a lei.
... ahh ahh ahh finalmente! E da tanto che ti aspetto! Prendimi, prendimi in
mano dolce Silvia, fammi giocare con te! Mi sento così sola quassù...
Silvia come stregata da quelle parole, lasciò cadere il suo coniglietto di pezza e
afferrò tra le mani quella maschera dallo sguardo agghiacciante.
Da quel giorno nessuno seppe più niente di Silvia.
Ora quella casa è disabitata, ma verso le 5 di ogni pomeriggio si sente un sordido ghigno
malefico provenire dal baule e riecheggiare nella soffitta, contrastato dal pianto di una
bambina.
... eppure nel baule cè solo una vecchia, deforme, maschera di gesso accanto a una
bambola, dal viso dolce e paffuto, dai capelli neri e riccioli e dai grandi occhi
castani...
Silvana Frencia nata il 25 febbraio 1980 è insegnante di scuola dell'infanzia e come hobby ama scrivere.