El Chupaalmas

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

L'essere si avvicinò al cadavere con fare furtivo. Si chinò sul corpo e, socchiudendo le palpebre, alitò su quelle labbra smorte.
«Peccato!», ringhiò veemente con una sinistra voce gutturale. «L’ho mancata di qualche minuto».
Levò l’informe capo verso la notte scura con surreale lentezza, e tacque, iniziando ad annusare l’aria come un segugio sulle tracce di un indizio.
Restò così, immobile, per qualche secondo.
Poi, voltandosi di scatto, con la stessa repentinità con cui era apparso, distese le immonde ali nere, sparendo silenzioso nell’oscurità delle tenebre.
Gli occorsero pochi secondi per raggiungerle.
E questa volta avrebbe avuto successo. Ne era totalmente sicuro.
Era appena accaduto. I curiosi non avevano ancora fatto capolino sul luogo dell’incidente.
Flebili fiamme si riverberavano nei rottami delle due vetture, simili ad inquietanti creature demoniache.
Doveva darsi una mossa: un’eventuale deflagrazione avrebbe reso vana anche questa opportunità.
Erano trascorsi due giorni dall’ultimo pasto.
Nella quiete della notte, il battito d’ali d’incubo della creatura riecheggiò lugubremente reboante.
Si librò per qualche secondo sulle fiamme, poi posò gli oblunghi artigli ricurvi sul selciato.

Riuscì a scorgere quel che restava del primo corpo ad una decina di metri.
Ma subito convenne che non c’era più vita in quelle membra martoriate.
Altri corpi orrendamente mutilati giacevano fra i rottami.
Vi si avvicinò con fare famelico.
E cominciò a scrutarli con attenzione.
Un sorriso ributtante gli si materializzò sul viso quando constatò che uno dei tre giovani respirava ancora. Anche se con notevole difficoltà.
L’istinto gli suggerì che, finalmente, era giunta l’ora.
Chiuse gli occhi.
Poi si chinò sul corpo, con una lentezza quasi onirica, fino a sfiorarne le labbra con le sue.
E tempestivamente inspirò, estasiato, l’ultimo afflato della ragazza.
Consumato l’orrido pasto, spiegate le ali, s’involò silenzioso nella gelida notte alla ricerca di anime nuove di cui cibarsi.

Valentina Cantile