La rosa scarlatta

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Un urlo straziante ruppe il silenzio del bosco. Cosa accadde quel giorno di preciso nemmeno Marie sapeva spiegarselo, ma una cosa dentro di lei stava crescendo sempre di più, un bisogno impellente, forte, la sete le ardeva la gola, sete di sangue. La prima vittima sacrificale fu difficile da catturare nonostante la sua bellezza. Ricorderà per sempre il terrore negli occhi di quell'uomo mentre lei come una belva feroce si scagliava su di lui. Quando i denti affondarono nella carne calda sentì subito il battito del cuore che accelerava sempre di più, sembrava un treno in corsa. Appena il sangue caldo e dolce le bagnò le labbra fredde sentì una forza innaturale pervaderle il cuore.
Dopo poco, quel rito divenne quasi un gioco. La ricerca del pasto si faceva sempre più accurata. A Marie non bastava più accontentarsi, li cercava tra la folla e li sceglieva in base ad uno schema preciso.

Una volta che l'uomo cadeva nella sua rete lei lo portava nella sua tana e iniziava il gioco. Si spogliava completamente e costringeva i poveretti a guardarla mentre lei preparava il suo armamentario: il rasoio, le corde e le candele rosse. Legava gli uomini ai piedi del letto e poi con il rasoio affilato iniziava ad affondarlo nelle carni. Il sangue sgorgava copioso e lei lo leccava con la lingua avida, gli occhi languidi di una dolce gattina tradivano la ferocia di una belva. Provava ormai un intimo piacere nel bagnarsi in quella linfa vitale. Ogni vittima ricordava di Marie solo una cosa, la sua rosa scarlatta tatuata sul cuore.

Bianca Stella Mercuri