Vermi

2° classificata al concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

-Puzza!
-Che cosa, Edo?- rispose la maestra sentendosi tirare per il braccio.
Edoardo, classe prima C della scuola elementare “Montessori”, alzò un dito, sorvolando testoline chine sui banchi, fino ad arrivare a quello dell’ultima fila, poi, semplicemente, disse lei.
Angela Ligotti, allungò il collo, posando lo sguardo sulla compagna di banco del bambino.
Il cuore, allora, mancò un battito. Sì, perché lei, quella bambina laggiù non l’aveva mai vista, dacché, quattro giorni prima la scuola era iniziata.
In silenzio si alzò, muovendo passi incerti verso il fondo dell’aula.
Raggiunse la bambina, registrando in un angolo della coscienza, lo strano isolamento del banco in ultima fila. E il silenzio.
Poi l’odore, acre e pungente, le strappò una smorfia di disgusto.
-C-ciao, come ti chiami?- chiese mentre l’occhio le cadeva sulla targhetta cucita sul grembiule, trasmettendole un malessere profondo allo stomaco.
Per tutta risposta la bambina digrignò i denti, emise un ringhio basso, poi, veloce come un animale selvatico, si buttò a terra e, camminando a quattro zampe, saltò la finestra che dava sul cortile.

Con gambe di pasta frolla, la maestra si sporse dal davanzale, mentre i bambini, immobili, piangevano. Nel cortile e nel giardino, della bambina non c’era più traccia.
-E-edo, da quanto era lì?
Edoardo trotterellò vicino alla maestra.
-Dal primo giorno. Ma era fuori della finestra. Oggi è entrata, e si è seduta vicino a me.
-Ti ha detto qualcosa?
-Sì, che la scuola le piace tanto. Maestra- continuò Edo sull’orlo del pianto -se...
Ma la maestra Angela, non ascoltava più: stava ripensando ad una telefonata che aveva fatto a fine agosto.Una telefonata di condoglianze, per un’alunna che non avrebbe mai conosciuto. Si chiamava Caterina Vasari.
-... se Caterina torna può spostarla di banco? Quando sorride, dentro la bocca, si muove qualcosa.

Marica Petrolati