Erano le
due e ancora non riusciva ad addormentarsi, era indolenzito... forse stava covando
un'influenza.
Decise di alzarsi; rabbrividì vedendo il cuscino ricoperto dai suoi capelli,
"Diventerò calvo!" mormorò.
Andò in cucina a prendere un bicchiere di latte, ne bevve un sorso ed ebbe subito una
sensazione sgradevole, si voltò e vomitò nel lavandino. "Che schifo! Eppure non è
neppure scaduto!" Mormorò.
Prese nel frigo la bistecca che si era comprato e con voracità, morso dopo morso, cruda,
la mangiò tutta.
Ad un tratto, provò un forte prurito all'orecchio, si grattò e sentì cadere qualcosa in
terra, con orrore vide che c'era proprio il suo orecchio su quella mattonella! Gridando
corse in bagno, accese la luce e si guardò allo specchio: la pelle era grigia ed un
occhio gli penzolava dall'orbita, aveva perso i capelli a chiazze e proprio mentre era
lì, inorridito, due denti rotolarono nel lavandino, scomparendo nello scarico.
Terrorizzato, uscì sulle scale e bussò al suo vicino. L'uomo comparve sulla soglia,
visibilmente turbato, raccolse il braccio destro che si era appena staccato dalla sua
spalla e gli fece cenno di entrare. In quel momento la vecchietta del piano di sopra scese
le scale. Non ci sarà mica una festa? Gracchiò.
I due la guardarono allibiti: la testa le si era staccata quasi del tutto dal collo ed
ondeggiava sulla spalla.
Dalla porta aperta dell'appartamento, si udiva la televisione che stava trasmettendo uno
speciale sull'orrendo crimine che, un paio di settimane prima, era stato commesso in quel
condominio.
Un pazzo era entrato nello stabile, aveva fatto penetrare nei condotti dell'areazione, del
gas letale e poi si era suicidato.
I tre si guardarono e mentre le voci agitate degli altri condomini, usciti sui vari
pianerottoli, echeggiavano per le scale, si chiesero "E ORA?..."