Il
corridoio è ancora lungo. La sigaretta tra le labbra, aspiro il fumo specchiandomi nella
luna rugginosa. Osservo il riflesso della cenere ardente alla finestra, il vapore che si
contorce dentro le mie budella opalescenti.
Un fantasma che fuma.
È ridicolo. Eppure non cè altro modo per arrivare alla fine.
Quando loro mi hanno detto che era lunica cosa che poteva nutrirmi ho riso, come un
isterico.
Uno spirito di fumo.
Sono sempre dietro di me. Mi hanno condannato a vivere in un mondo in cui galleggio e
lentamente mi dissolvo. Non riesco neanche ad attraversare le pareti. Posso solo ficcarmi
una cicca in bocca e camminare piano. Sudare mi farebbe evaporare di più.
Evaporare fa male. Per un uomo, è come sentire migliaia di punture dape.
Il pacchetto è finito. Lultima paglia e sogni doro, lo dicevo
sempre prima di dormire.
Mi accendono la sigaretta. La metto in bocca al contrario per non sprecare neanche un
alito di fumo.
Finalmente vedo il fondo del corridoio. Qualche boccata e arrivo davanti alla porta.
So già cosa cè dietro. Il terrore mi blocca, dovrò rivivere quel momento per
alleviare le mie sofferenze. Per cercare di saziarmi il più possibile e contenere il
dissolvimento. La sigaretta si spegne, comincio a sudare. Devo aprire la porta.
Dischiudo luscio. La mia camera, il letto, il fuoco.
Il mio vecchio corpo che brucia.
Volo sopra il fumo. Chiudo gli occhi e aspiro, più che posso. Non è reale, non è puzza
di carne bruciata! Solo vapore che mi ingrassa i polmoni.
Sto per svenire, non ancora, non...
Riapro gli occhi, sono di nuovo allinizio del corridoio. Un pacchetto di cicche in
mano.
I due lapilli mi accendono una sigaretta. Si mettono dietro di me, li sento sghignazzare.
Non cè altro modo.
Comincio a camminare.