Per un
momento, al di là della parete sottile, gli parve di sentire la voce dura di suo padre
che inveiva contro di lui: «E senza carattere quel ragazzo e non combinerà mai
niente di buono nella vita, lo sai anche tu. Dovevo scorticargli il sedere a cinghiate da
bambino...».
La voce di sua madre non la sentiva mai, non ricordava le giustificazioni che muoveva in
suo favore, ma sapeva che non ce nera bisogno. Lei laveva sempre difeso.
Entrò nella stanza, cerano solo i suoi fantasmi ad attenderlo.
Tracciò i segni per terra, poi si denudò, prese la scala, fissò un capo della corda al
lampadario e allaltro estremo fece un cappio. Infilò la testa nel cappio, recitò
le formule e si lasciò cadere a mezzaria.
Con suo padre non sera mai capito e avevano spesso litigato. Troppo diversi. Una
volta per troncare una discussione lui gli aveva detto brutalmente: «Ricordati bene una
cosa caro mio, segnatela: è la morte che vince alla fine. La morte fotte sempre tutti».
Lui non aveva saputo cosa replicare, ma del resto sarebbe stato inutile, suo padre aveva
sempre ragione.
Si sentì affamato daria, e allora per calmarsi con la mente tornò
allarticolo che aveva letto sui condannati alla forca nelle esecuzioni del 1600. I
medici che avevano visionato i cadaveri avevano scoperto che gli uomini avevano avuto
unerezione arrivando ad eiaculare; solo una normale reazione dellorganismo
allasfissia, come sarebbe stato chiarito anni dopo.
Sentì che il sesso sera inturgidito.
Sorrise.
Poi arrivò la morte ed era bellissima. Lei gli fu sopra, lo cinse, lo fece gemere, poi
con un bacio gli tolse lultima aria dai polmoni, e allora finalmente lui venne e fu
felice, perché almeno su una cosa suo padre sera sbagliato.
La morte se lera fottuta lui.