Carla
entrò in casa, si chiuse la porta alle spalle e gettò le chiavi sul tavolino. Un attimo
dopo la borsetta era a terra, il cappotto appeso e la Tv in funzione.
Le diede unocchiata. Un montepremi veniva dimezzato da una ghigliottina.
Frugò nella borsa alla ricerca del pacchetto di carta di giornale. Eccolo!
Lo scartò e tirò fuori le due piccole mani che conteneva.
Comerano belle, proprio come quelle del suo Simone.
Lui, però, era tutto bello; un vero angioletto, volato in cielo con il suo papà mentre
stavano attraversando la strada. Da allora lei aspettava solo un segno. Perché Simone
sarebbe tornato.
Lavò via il sangue da quelle manine con tutto il suo amore di mamma, poi andò nella
cameretta e le posò sul lettino.
Prese dal frigorifero le altre parti e le mise in ordine. Con calma. Come quando metteva
il suo cucciolo a nanna.
Guardò linsieme: mani, braccia, gambe, capelli, occhi, busto e il resto. Sorrise
dolcemente. Tutto era in ordine.
Molti bambini avevano dovuto sacrificarsi per ridarle il suo Simone. Quei resti, uniti
insieme dalla mano del Signore, come lui le aveva promesso in sogno, le avrebbero dato la
possibilità di riabbracciarlo.
In cambio della tua anima riavrai tuo figlio, basta che tu segua le mie
istruzioni, le aveva detto.
Così lei aveva fatto.
Andò in cucina, al telegiornale cera un servizio sul ritrovamento del corpo
mutilato di un altro bambino. La Tv parlava di una mamma che soffriva, con il cuore
lacerato dalla perdita del suo bene più prezioso. Carla sapeva che non era così. Solo
lei conosceva il vero dolore.
- Mamma, sono tornato.
Si voltò. Simone, sulla porta, le sorrideva, bello come il giorno in cui se nera
andato. Corse ad abbracciarlo.
Anche lui labbracciò, le sembrava felice.
Ma quanto stringeva forte...