Chi ha
avuto lidea di questa tortura?
Quale essere diabolico?
Chiudermi nuda in una gabbia, in questa enorme stanza bianca?
Da giorni non bevo né mangio.
Devo pisciare e cacare qui, in questa gabbia.
Ho urlato, ho pianto, ho chiesto aiuto.
Nessuno ha risposto.
Tornavo dal cinema in cui lavoravo come cassiera; un colpo in testa e mi sono ritrovata
qua.
Perché?
Perché in questo stanzone senza porte né finestre?
Divento pazza.
Cosa starà facendo Giulio? Il mio ragazzo mi starà cercando come un forsennato. Ansioso
comè, avrà già chiamato la polizia. E mia madre?...
Chi è quel grande figlio di puttana che mha rinchiuso qua dentro?
Dove mi trovo?... Da dove viene questa luminosità astratta? Ho freddo adesso, come
avessero aperto di colpo porte e finestre.
No, non può essere vero!
Una delle immense pareti bianche si sgrana come nebbia. Silenzioso, un
corteo di giganteschi, mostruosi esseri incede nellaula. La donna si pone schiena
contro le sbarre; i suoi lineamenti non sono trasfigurati dalla paura o dal terrore, ma da
qualcosa che non ha nome. Il corteo sarresta. Uno dei mostri bitorzoluti, abbigliati
con abiti fantastici di lamiere e schegge di vetro, volta lorribile capo verso un
altro molto più grande di lui e dice: - Egregio Messere, lo spettacolo è quasi pronto.
- Spero, Giullare di Corte, che sia meglio dellultima volta. Per poco,
maddormentavo.
- Vedrà...
- Da quale pianeta viene quella strana creatura? - fissa gli occhi da camaleonte gigante
il Signore dei luoghi.
- Terra, Egregio Messere. Ma non è la sola creatura di quel lontano pianeta. Ce nè
anche unaltra... - detto ciò, il Giullare di Corte savvicina alla ragazza,
prende dalla tasca un sacchettino di tela bianca, apre la gabbia e lo deposita.
Uno strappo, in un ruggito la tigre si libera.