Il dottor
Indovino aveva sempre cercato di scrutare nellocculto e ora poteva dire di esservi
penetrato. Intrappolato in un sentiero nebuloso, contemplava un lungo viale disperso
nellignoto. Ramificazioni brulicanti di vermi gli accarezzavano il volto,
sussurrandogli oscenità decifrabili solo da un orecchio arguto. Poi, un tuono divorò i
suoni della selva e una pioggia vermiglia cadde dal cielo imperscrutabile. Le foglie
frusciarono, i tronchi ondeggiarono, mentre un urlo disumano investì il dottore,
scagliandolo in una pozza di sangue.
Di fronte a lui, due pupille fluorescenti fendettero la nebbia. Non trapelava nessun altro
dettaglio, se non un intenso odore di putrefazione. Indovino sentì scricchiolare il
tappeto di ramoscelli che si distendevano sotto i suoi occhi, mentre delle lingue di fumo,
accompagnate da dei rantoli, danzarono nel buio. Qualcosa emerse lentamente dal grigiore:
erano due zanne scintillanti, seguite da una sagoma capace di sovvertire la ragione del
più razionale degli uomini. Fu un breve squarcio nellirreale, poi le tenebre
avvolsero la bestia in un valzer di inquietanti uggiolii, mentre il volto del dottore si
contrasse in unultima espressione: unespressione di puro terrore.
Non molto lontano, tre uomini rovistavano allinterno di un
appartamento.
- Maresciallo -, urlò uno di loro, - venga a vedere.
Cera un quadro appeso a una parete e su di esso era raffigurato un volto distorto,
come limmagine di un uomo urlante riflessa su uno specchio dacqua.
- Un dipinto sinistro direi -, sussurrò il militare, - ma che centra con la
scomparsa del ricercato?
- Non so -, rispose il giovane, - ma posso garantirle che il soggetto dellopera era
un altro, si trattava di...
Un latrato risuonò nella casa, frustando vetri e lampadari. I tre ancora non potevano
sapere, ma un qualcosa di mostruoso, finalmente libero di muoversi nella realtà, li stava
osservando, squadrandoli con pupille fluorescenti...