<< Sei solo uno sfigato! >> mi disse con scherno.
<< Io uscire con te? Ma per chi mi hai preso? >> il suo tono si fece schifato.
<< Tu devi essere un demente ritardato per aver osato chiedermelo! Vattene! Sciò!
>>
Rimasi impietrito, col cuore a pezzi. La vidi allontanarsi con passo spedito.
Jennifer, ragazza molto bella, ma non altrettanto dolce e gentile, me ne resi conto tardi.
Vagai senza meta. Senza accorgermi arrivai dinnanzi un negozietto di robe riguardanti
stregoneria, chiromanzia e cianfrusaglie varie. Entrai per curiosare un po.
Il mio sguardo vagava tra croci in metallo, acchiappasogni indiani, sfere di vetro, tavole
ouija; ma quello che mi colpì era una serie di statuine di porcellana raffiguranti
piccoli animali come cani, gatti, civette; la cosa curiosa era che tutte avevano la testa
girata da un lato. Volli acquistarne.
<< Non lasciare che ti guardi! >> mi disse il vecchietto negoziante.
- E matto! - pensai, e me ne andai senza dire niente.
Mi accorsi che la testa del gufo era collegata al busto con un perno e quindi poteva
ruotare. Senza pensarci troppo girai la testa in modo che guardasse avanti.
Un flash, un vuoto di memoria. Non capisco cosa sia successo, ma quello che vedo ora è il
mio stesso corpo disteso a terra senza vita. Limmagine si allontana sempre più come
se stessi camminando allindietro, eppure sono fermo; ma, dove? Continuo a vedere il
mio corpo allontanarsi sempre più, al di là di un vetro giallo. Lultimo vetro
giallo che ricordo di aver visto sono gli occhi del gufo di porcellana. Attorno a me si
sta facendo buio, e limmagine del mio corpo sempre più piccola. Ormai non
mimporta più niente; il mio ultimo pensiero è il gattino di porcellana che ho
spedito a Jennifer.
Buio.