Titoli di coda

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Freddie non si vergognava di essere solo all’ultimo spettacolo del venerdì.
La sala 8 ospitava le proiezioni per adulti e Freddie prese posto come sempre sulla poltroncina centrale della fila dieci. Si guardò intorno. L’unico occhio che sembrava osservarlo rimaneva quello del proiettore nascosto dietro la parete alle sue spalle.
Prima dell’inizio della proiezione avvertì la presenza di qualcuno. Il lieve fruscio delle tendine e il click della porta rossa confermarono la sua impressione.
Si voltò di scatto e lo vide. Ultima fila, posto d’angolo.
Mi sta sorridendo? Pensò.
La sala fu avvolta dal buio e Freddie rispose con un repentina pressione del palmo della sua mano sulla patta dei pantaloni. L’accenno di un’erezione gli regalò un leggero capogiro.
A metà del film Freddie si voltò nuovamente alla ricerca dello spettatore. Non lo stava guardando e non stava sorridendo. Quello che Freddie notò immediatamente fu che l’uomo aveva abbandonato il suo posto per accomodarsi un paio di file più avanti.
All’improvviso l’uomo ricambiò lo sguardo di Freddie e gli strizzò l’occhio. Freddie cominciò ad innervosirsi.
Venti minuti più tardi i due spettatori erano ancora più vicini.
Solo una fila deserta di poltroncine li divideva. Freddie riuscì finalmente a scorgerne i lineamenti e il taglio degli occhi. L’uomo gli sorrise nuovamente mostrandogli una dentatura irregolare e uno sguardo malato. Con la mano destra gli fece un cenno di saluto.
Giunti all’ultima scena del film Freddie percepì distintamente il ritmo affannoso del respiro che proveniva dal posto immediatamente dietro al suo. Poteva sentire l’odore di muffa che avvolgeva l’alito dello spettatore che divideva la sala con lui. Per un attimo fu tentato dall’idea di fuggire.
Scelse di voltarsi.
Mentre ancora scorrevano i titoli di coda soltanto un uomo abbandonò la sala otto immergendosi nella nebbia di una notte qualsiasi.

Luca Marchesani