Freddie non
si vergognava di essere solo allultimo spettacolo del venerdì.
La sala 8 ospitava le proiezioni per adulti e Freddie prese posto come sempre sulla
poltroncina centrale della fila dieci. Si guardò intorno. Lunico occhio che
sembrava osservarlo rimaneva quello del proiettore nascosto dietro la parete alle sue
spalle.
Prima dellinizio della proiezione avvertì la presenza di qualcuno. Il lieve fruscio
delle tendine e il click della porta rossa confermarono la sua impressione.
Si voltò di scatto e lo vide. Ultima fila, posto dangolo.
Mi sta sorridendo? Pensò.
La sala fu avvolta dal buio e Freddie rispose con un repentina pressione del palmo della
sua mano sulla patta dei pantaloni. Laccenno di unerezione gli regalò un
leggero capogiro.
A metà del film Freddie si voltò nuovamente alla ricerca dello spettatore. Non lo stava
guardando e non stava sorridendo. Quello che Freddie notò immediatamente fu che
luomo aveva abbandonato il suo posto per accomodarsi un paio di file più avanti.
Allimprovviso luomo ricambiò lo sguardo di Freddie e gli strizzò
locchio. Freddie cominciò ad innervosirsi.
Venti minuti più tardi i due spettatori erano ancora più vicini.
Solo una fila deserta di poltroncine li divideva. Freddie riuscì finalmente a scorgerne i
lineamenti e il taglio degli occhi. Luomo gli sorrise nuovamente mostrandogli una
dentatura irregolare e uno sguardo malato. Con la mano destra gli fece un cenno di saluto.
Giunti allultima scena del film Freddie percepì distintamente il ritmo affannoso
del respiro che proveniva dal posto immediatamente dietro al suo. Poteva sentire
lodore di muffa che avvolgeva lalito dello spettatore che divideva la sala con
lui. Per un attimo fu tentato dallidea di fuggire.
Scelse di voltarsi.
Mentre ancora scorrevano i titoli di coda soltanto un uomo abbandonò la sala otto
immergendosi nella nebbia di una notte qualsiasi.