-Bel quadro.
-Grazie, molto gentile. Si stenda sul lettino ora e cerchi di rilassarsi.
Altro che rilassato, mi sembra di essere pronto ad esplodere fuori dalla pelle ma faccio ciò che mi dice la dottoressa Wittkop. Accomodo la mia stazza sullangusto lettino, i polpacci pieni in bilico sul bordo del materassino vellutato. La dottoressa si siede su una poltroncina dandomi le spalle.
-Tutto ciò che deve fare è ascoltare la mia voce e rispondermi. Forse la ipnotizzerò.
Iniziamo. Il mio sguardo girovaga per la stanza, la dottoressa mi chiede di raccontarle tutto da capo, i sogni sanguinari, il senso di disgusto al risveglio, i malesseri ciclici. Lentamente scivolo in uno stato di incoscienza, il mio corpo sembra non appartenermi più. Le domande continuano, chi sono le vittime dei miei sogni, da cosa nasce il mio odio e verso chi è diretto.
Non so cosa rispondere ma con orrore mi accorgo che delle unghie affilate sono spuntate
dai miei piedi sfondando le scarpe e... le mie... mani pulsano, come animate di vita
propria, sono piene di bolle, cercano una nuova forma. Il mio petto sembra implodere... si
muove, scosso da correnti interne, muta. La dottoressa continua a parlarmi ed io rispondo
come se nulla fosse, la voce ferma e monotona. Le mie gambe intanto si allungano,
smagriscono, il torace diviene enorme, zanne affilate occupano le mie nuove fauci.
Salto giù dal lettino e mi avvento sulla Wittkop che urla fuori di sé e mentre sto per
sbranarla sento la mia voce affermare piattamente
-Lei sì che mi capisce, dottoressa...
Con un tuffo sfondo la finestra mentre la segretaria entra sconvolta. E, stranamente, la prima cosa che nota in quel macello è la zampata insanguinata che riga lenorme luna piena raffigurata nel quadro che sovrasta la scena.
Krishna Pollini, un giovane autore che fa l'insegnante d'inglese e si diletta a scrivere storielle e sceneggiature per fumetti.