Jack spense
la sigaretta sotto il lampione. Guardava l'ufficio dell'operatore finanziario con
apprensione, aveva di nuovo ripreso ad alitargli sul collo. Strano quel Kasinsky, certe
volte era irreprensibile, altre volte invece sembrava disposto ad assecondare le richieste
del cliente. Ti dava tanto con i suoi prestiti, ma poi pretendeva interessi esorbitanti.
Il taxi riprese la sua corsa diventando un minuscolo puntino giallo nella notte. Si fece
coraggio e bussò.
-Sei qui per una nuova proroga? Ne hai chiesta una solo il semestre scorso Jack, i debiti
si pagano-
-Non sono riuscito a sistemare le cose. Un altro semestre e avrai quello che ti aspetta-
-Perchè aspettare?-, fece notare Kasinsky accendendosi un sigaro mentre metteva i piedi
sulla scrivania. Era in una posizione privilegiata e lo sapeva.
Jack impallidì. Sembrava un condannato a morte sulla sedia elettrica. Time out, doveva
pagare.
-Ancora sei mesi e riesco a sistemare tutto-, implorò Jack osservando l'espressione
sardonica dipinta sul volto del suo carnefice, che non si scompose.
-Jack la sai la storiella dello scacchista? Una volta mi entra un furbastro da quella
porta che tenta di prolungare il contratto con la storia della partita. Alla fine dello
scontro si sarebbe concesso senza opporre resistenza capisci? Questo tizio tentava di
fottere me Jack-
-Era bravo?-, chiese Jack toccando la fondina sotto la giacca senza farsi notare.
-Sì, ma stupido, come tutti voi. Anche prolungando l'agonia con una partita esemplare,
non è riuscito a sottrarsi al pagamento-
Fu a quel punto che Jack scaricò l'intero caricatore su Kasinsky che all'inizio cadde a
terra trafitto da una serie di fori fumanti al petto, ma poi con freddezza si rimise in
piedi raccogliendo il sigaro con una flemma da lord inglese.
-Va bene Jack sei simpatico, hai ancora sei mesi, tanto non scappi-, disse lui divertito.