Un rumore
proveniente dallesterno lo fece trasalire.
Non aveva chiuso occhio tutta la notte, nel timore che si facessero di nuovo vivi.
Sfiorò la canna del fucile, per infondersi sicurezza.
Gli sarebbe servito per colpire quei bastardi; qualche pasto frugale e tutte quelle notti
insonni non favorivano però lucidità e precisione.
Si alzò in piedi, muovendo un passo dopo laltro lungo la stanza, orientandosi nel
buio.
Si chiese quanti altri compaesani fossero ancora vivi.
Avrebbe provato a cercarli, per combattere insieme quelle creature, mezze uomini e mezze
animali, partorite da chissà quale abominio, e piombate allimprovviso nella loro
tranquilla cittadina.
Avvicinatosi alla finestra, scostò leggermente la tenda per dare unocchiata
allesterno.
Pareva tutto tranquillo, se tranquilla poteva chiamarsi la situazione in cui si trovava.
Nella penombra riusciva a scorgere, ammassate lungo la strada, le carcasse di uomini e
animali.
Allontanatosi da quella scena impietosa, di nuovo immerso nel buio più totale, cercò di
riprendere il pieno controllo di sé.
Era troppo importante rimanere calmo e ponderare le future mosse da compiere.
Il suo respiro affannoso riempiva la stanza; lentamente riuscì a rallentarlo, fino a
ritrovare un insperato auto controllo.
Incominciò a muoversi a tentoni verso la porta.
Li avrebbe colti di sorpresa, incominciando a correre verso la piazza principale, il
fucile pronto a far saltare un po di teste.
Percorse il corridoio, inciampando contro spigoli e oggetti vari, insensibile al dolore,
concentrato comera sulla sua missione.
Allungò la mano verso il pomolo della porta, irrigidendosi di colpo.
Di nuovo il respiro affannoso, non più suo questa volta.
E il fetore animalesco che invase le sue narici.
Si precipitò come una furia allesterno, sorprendendo lintruso.
La creatura non lo seguì nella sua corsa verso la salvezza.
O per meglio dire, verso i suoi fratelli.