Rovereto, 17 giugno 2006
Carissima
Marta,
Ho ricevuto con estremo piacere la tua lettera e con gioia ancor maggiore ho appreso che
la piccola Miranda sta bene e si sposerà il prossimo ottobre. È così difficile
incontrare un compagno come si deve ai nostri tempi... Volesse il cielo che anche il mio
Davide incontrasse unanima simile alla sua e riuscisse a darmi un nipotino! Tu dirai
che cè ancora tempo e siamo ancora giovani per fare le nonne, ma sai benissimo
quanto me, che non è così. Già ti immagino, mentre riposi sotto il pergolato con il tuo
adorabile cuccioletto, mentre Blacky scodinzola geloso e Alfredo fuma la pipa.
Qui da noi va tutto bene e non mi posso lamentare, anche se mi sto accorgendo che i tempi
sono davvero cambiati. Anche il fatto di essere qui a scriverti una lettera di carta è
solo una delle mie tante ostinazioni per restare aggrappata agli anni che son stati, e
spingere via quelli che verranno. Davide ride di me ogni volta che lo mando a comprare i
francobolli e a imbucare una lettera. Mi dice Mamma perché non usi limeil! Guarda
che la zia ha il computer e la legge subito!. Cosa mai sarà questa limeil Dio solo
lo sa e io non ci voglio nemmeno provare. La carta è carta.
Forse così invecchierò prima, ma mi piace fare le cose alla vecchia maniera. Lo sai
anche tu che di noi due, ero sempre io quella che mandava a memoria i proverbi e faceva
tesoro dei consigli del nonno, anche se, ti dirò, adesso comincia davvero a costarmi
fatica. Sono anni che il mio povero Carletto non cè più, ma mi manca ancora tanto.
Adesso poi, non riesco proprio a fare tutto da sola. Fino a poco tempo fa ero ancora agile
e attiva, mi arrampicavo persino sugli alberi, se serviva. Ora una scalinata lunga mi fa
sentire mille piccoli spilli nel petto e non riesco a stare sveglia fino a tardi senza
cominciare a sbadigliare e a sentire gli occhi pesanti. Signora! mi fa il
dottore dopo aver visto le analisi Non si preoccupi, sono solo gli acciacchi
delletà! Lei è sana come un pesce, deve solo limitarsi e non fare sforzi. Ti
dirò Marta... era meglio se ero malata!
Lo so che sono egoista a dire così, ma più mi guardo in giro e più mi rendo conto di
essere di peso. I tempi sono proprio cambiati! Davide è sempre perso davanti a quel
compiuter! Ha cercato di spiegarmi cosa fa. Vado in cet! Chiacchiero un po ci
scriviamo limeil, mi assicuro che sia singol e poi mi faccio invitare a cena! facile no?
Mica come ai tuoi tempi! Lui non immagina nemmeno quanto riesce a ferirmi quando mi
dice così. Laltra sera ho rincorso per ore una gallina e il giorno seguente facevo
fatica ad alzarmi dal letto: le giunture facevano rumori di ogni tipo. Ho fatto finta di
niente e ho fatto il caffè a Davide, prima che andasse al lavoro, ma poi sono tornata a
letto dolorante, e tutto questo per una misera gallina rinsecchita! Daltra parte
devo stringere i denti e tirare avanti. Lo sai meglio di me che non si campa di certo solo
con la pensione.
Non ho il coraggio di dire a Davide che faccio fatica a fare le cose di tutti i giorni;
anche a mangiare. Ha già tanti pensieri, poverino. Preferisco che passi le notti fuori
casa senza doversi preoccupare anche per me. In fondo mi basta poco, per essere contenta.
Sono passati i tempi in cui correvamo per i prati, ululando di gioia, al suono del liscio
delle sagre di paese, aspettando di incontrare il giovanotto di turno, che ubriaco si
allontanava per fare pipì tra i cespugli. Ti ricordi che paura gli facevamo saltando
fuori allimprovviso? Ah, Marta... che bei ricordi. Adesso si fa tutto di corsa,
tutto calcolato. Anche Davide mi torna a casa sempre stressato e nervoso! Gli dico di fare
un giro, una passeggiata in campagna. E lui sbuffa, tutto preso dal compiuter e da quella
musica evimetal. Me lha fatta anche ascoltare, ma a me sembrava di risentire nonno
Tonio che batte sullincudine i ferri del mulo!
Eppure un po lo compatisco, il mio Davide. È sempre in tensione. Dice che deve fare
attenzione ogni volta che va in giro la notte e deve curare particolarmente
lalimentazione. È convinto che tutta la gente sia curiosa e giri sempre con
una pistola e una macchina fotografica a portata di mano. Almeno quando eravamo piccole
non avevamo tutte queste preoccupazioni. Ti ricordi? Ci bastava una corsa sullerba
umida e lodore dei fiori per essere eccitate, e se spariva un bambino ogni tanto era
una bocca in meno da sfamare. Adesso i boschi non ci sono più; ci sono solo strade e
centri commerciali, cemento dappertutto e ho sempre i piedi pieni di calli e vesciche. I
bambini qualcuno li butta via, ma se spariscono cercano dappertutto chi li ha presi. Ma
non ti voglio tediare con le mie noiose lamentele da pensionata, perché immagino che
anche tu avrai i tuoi pensieri. Davide sta per rientrare dalla palestra e mi porterà il
solito cumulo di vestiti da smacchiare o rammendare. Anche la vista non è più quella di
una volta, ma siccome non voglio pesare sui risparmi di famiglia, dovrò aspettare ancora
qualche mese per cambiare gli occhiali.
Porgi i miei saluti al caro Alfredo, alla piccola Miranda e al suo futuro sposo. Non so se
riusciremo a venire a trovarvi prima del matrimonio, ma siete sempre nei nostri cuori.
Tua affezionatissima Adele
***
Davide imbucò la lettera per zia Marta con le lacrime agli occhi. Non avrebbe dovuto leggerla, ma col senno di poi, non se ne pentì. Da quanti mesi sua madre non poteva permettersi di mangiare come si deve? Come poteva essere stato così cieco e insensibile? Quella notte sarebbe andato a caccia come si faceva un tempo, senza badare a quale preda catturare e in che modo. Cerano le giostre poco fuori città e doveva approfittarne. Gli zingari hanno sempre moltissimi bambini e nessuno si sarebbe tormentato per uno in meno. Guardò la luna che riempiva il cielo, piena come tuorlo duovo. Sorrise al pensiero di sua madre che dopo tanto tempo assaggiava di nuovo carne di bimbo. E la mattina seguente, lavrebbe accompagnata a comprare gli occhiali nuovi!