Michele era
il bambino più silenzioso di tutta la classe. Non era né stupido, né ritardato. Nei
compiti scritti, per esempio, era sempre il più bravo. Era semplicemente timido, diceva
la maestra. Timido da far paura, gli ripeteva sempre. Ed era vero. Appena si trattava di
parlare lui riusciva a malapena ad aprir bocca, sussurrando qualche monosillabo, e le
interrogazioni erano un calvario di domande retoriche, a cui non faceva altro che annuire.
Quel suo essere silenzioso, tuttavia, non laveva imprigionato nella condizione di
sfigato, come quei ragazzini goffi e insicuri che, per quanti sforzi facciano, riescono a
legare solo con i propri simili. Al contrario, Michele era magro e piuttosto carino, e
anche le bambine più grandi arrossivano, incrociandone lo sguardo.
Durante la ricreazione stava spesso in disparte, leggendo i suoi fumetti e morsicandosi il
labbro inferiore. Luomo ragno era il suo preferito e, anzi, si era arrabbiato
tantissimo, quando aveva scoperto quella vecchia canzone in cui si diceva che
lavevano ucciso. Luomo ragno sarebbe anche morto, forse, ma di certo non
perché qualcuno laveva ucciso!
Ultimamente, però, anche quando era assorto nel mondo dei suoi supereroi, cera
qualcosa che riusciva a distrarlo: le trecce bionde di Elisa Marinetti, della 5ª B. Per
lui era la ragazza più carina della scuola. Più carina ancora di Jennifer, che piaceva a
tutti quelli della sua classe. Elisa si era appena messa assieme a Manuel: quello cattivo
e arrogante della 5ª C, che era stato bocciato anche in prima.
Michele non poteva immaginarlo, quando, a testa bassa, la portò nellangolo più
appartato del cortile della scuola, durante la ricreazione, e con lemozione che gli
riempiva gli occhi, le chiese, tenendosi la mano davanti alla bocca:
- Ti metteresti con me? Vorrei darti un bacio...
Elisa non gli rispose, perché aveva già visto che Manuel aveva smesso di giocare a
pallone e veniva verso di loro.
Arrivò come una furia, spingendo Michele dietro langolo, dove nessuno poteva
vederli, e sputandogli in faccia. Elisa li seguì, pronta ad assistere, eccitata e
compiaciuta, a quella lite in suo onore. Stava osservando Manuel che le volgeva le spalle,
aspettando che si scatenasse, quando di scatto, Michele, gli prese la testa tra le mani e
se la premette sulla faccia, in quello che non poteva essere altro che un bacio! Elisa
restò a bocca spalancata per la sorpresa.
Manuel sparava pugni a casaccio, senza riuscire a liberarsi, con la testa così
appiccicata a quella di Michele che pareva esserne inghiottita. Lei non riusciva a vedere
bene, ma quel rumore di risucchio continuato le provocava un indescrivibile ribrezzo. Poi,
con un rumore secco i due si staccarono. Michele aveva tutta la faccia insanguinata e gli
occhi spalancati, da invasato.
Elisa rimase immobile, quando il suo fidanzatino, ruotando su se stesso, le mostrò il
viso. Lunica parte rimasta intatta era la fronte e un occhio, che la fissava,
apparentemente cosciente. Laltro occhio penzolava nel vuoto, sospeso a una striscia
sanguinante. Il naso e la bocca non si vedevano più, sostituiti da una poltiglia
rossastra, nella quale sintravedeva il bianco di qualche dente.
Elisa indietreggiò, mentre quel corpo sfigurato franava ai suoi piedi senza emettere
alcun suono. Michele avanzò, spalancando la bocca con un sibilo. Dentro cera
unaltra bocca irsuta e viscida traboccante di escrescenze che parevano piccoli e
robusti peli scuri. La bocca di un ragno.
- Non averre paurrra
- disse - non ti farrò del male, se mi dai un bacio.
Elisa sgranò gli occhi e aspettò.
La bocca del suo nuovo fidanzatino si allungò, scivolando allinfuori come
unappendice sgocciolante. A terra, a distanziarli, cera il corpo di Manuel,
che ancora si contraeva.
Fu in quello che Elisa si scosse dal suo smarrimento. Salì con entrambi i piedi sullo
sterno del suo ex, e allungandosi, spinse le sue labbra verso quelle di Michele, mostrando
una bocca del tutto simile alla sua. Il viscido bacio che generarono fu un gorgoglio di
bocche che si penetravano a vicenda, in un ruvido strusciare.
Quando si staccarono, Michele, incredulo, pareva sopraffatto dallemozione. Elisa,
invece, aveva uno sguardo strano, triste e vorace al tempo stesso. Fece scattare la sua
bocca verso la gola del suo giovane compagno, piegandosi docilmente all'istinto della
vedova nera.
Michele, immobile, non oppose resistenza.