La lotta fu
estenuante.
Improvvisamente avvertì il coltello che gli penetrava le carni poco sopra la pancia.
Fiotti di sangue iniziarono a colargli dalla bocca e la stanza sembrò ruotargli
vertiginosamente tutta attorno.
Con un ultimo lampo di energia riuscì a liberarsi dalla presa del pazzo assassino e gli
piantò il rasoio che teneva in mano in piena gola.
Il suo aggressore precipitò al suolo inondando il pavimento di sangue.
Pochi secondi dopo, Roberto scivolò sulle ginocchia e a peso morto cadde sbattendo
violentemente la fronte sulla gamba del letto.
Passò diverso tempo prima che il ragazzo riprendesse conoscenza.
Roberto non riusciva ad aprire gli occhi. Ci provava ma era come se avesse le palpebre
incollate. Avvertiva solo dei rumori ovattati, lontani.
La testa gli pulsava fortemente.
Riaprì lentamente gli occhi dopo molti sforzi, ma ciò che vedeva erano solo ombre ed
immagini sfuocate.
Con una smorfia di dolore cercò di far pressione sulle braccia per potersi rialzare, ma
non ci riuscì.
Vomitò ripetutamente sangue.
Era cosciente del fatto che sarebbe morto... era solo questione di minuti.
La ferita che aveva subito era mortale, lo sapeva bene.
Richiuse gli occhi accasciandosi a terra e svenne nuovamente per qualche minuto.
Quando si risvegliò iniziò a pensare a quello che era accaduto pochi minuti prima a lui
e ai suoi famigliari.
I suoi genitori e sua sorellina erano stati ammazzati violentemente da un pazzo furioso.
Nemmeno suo padre, un uomo grande e grosso, era riuscito a ferire mortalmente
quellassassino.
Solo suo fratello Vincenzo cercò di combattere sino alla fine. Ma ebbe la peggio.
Era rimasto solo lui. Solo Roberto, lunico sopravvissuto a quella strage.
Come in unimmagine al rallentatore riprese a vedere in modo più lucido, così come
i rumori si delinearono in modo più nitido.
Si trovava disteso a terra ai piedi del letto dalla camera dei suoi genitori.
Alla sua sinistra cera il corpo di sua sorellina Elena immersa in una pozza di
sangue.
Non aveva neanche 6 anni.
Guardò sotto il letto e incrociò lo sguardo di suo padre Luca ormai privo di vita,
riverso dalla parte opposta del letto a terra. Il volto di suo padre era devastato di
ferite. Gli occhi sbarrati.
Il giovane, con tutti i suoi sforzi riuscì a sedersi con la schiena appoggiata al letto.
Quellazione aveva comportato uno sforzo estremo.
Sulla fronte aveva un grande taglio provocato dalla caduta.
Il naso era rotto, i denti incisivi erano riversi verso linterno della bocca e la
barba intrisa di sangue.
Fissò con occhi spenti la sua pancia e vide con disperazione che il coltello era
conficcato nella stessa.
Afferrò il manico con mani tremanti e con unazione decisa estrasse dal corpo la
lama.
Respirò con affanno per diverso tempo singhiozzando ripetutamente.
Una fitta lancinante allo stomaco gli provocò una serie di rigetti di sangue.
Afferrò le coperte del letto e si asciugò la bocca.
Solo in quel momento, quando volse la testa verso il letto, si accorse che sullo stesso
cera distesa sua madre Sara. Praticamente sventrata.
Si rialzò riafferrando il coltello che aveva appena estratto dalla pancia e, con fatica
si diresse verso la porta della camera e avanzò lungo il corridoio.
Voleva andare in sala a telefonare alla polizia. Solo in quel locale cera il
telefono.
Strisciando i piedi sul pavimento e stando appoggiato con la spalla alla parete arrivò
alla porta del soggiorno.
Sul pavimento aveva lasciato una lunghissima scia di sangue.
Una nuova fitta allo stomaco lo fece vomitare ripetutamente.
Avvertì nuovamente quella sensazione di vertigini e ricadde a terra.
Questa volta Roberto non perse i sensi, ma vedeva tutto quanto sfuocato e si sentiva
stordito, quasi fosse ubriaco.
Sentì un rumore soffocato provenire dietro di sè.
Immediatamente pensò che si trattasse dellassassino.
Del resto non aveva visto il corpo del pazzo in camera da letto.
Rotolando su se stesso si voltò in direzione della camera da letto e fu allora che lo
vide.
Vide lo stesso sguardo del pazzo che aveva massacrato i suoi famigliari. Anche lui era
ferito e stava disteso a terra.
Roberto si rialzò di scatto con tutta lenergia che gli era rimasta in corpo e gli
si fece incontro brandendo il coltello con il quale era stato colpito. Deciso a vendicare
i suoi famigliari.
Anche il pazzo si era rialzato e avanzava in direzione del ragazzo impugnando un coltello.
Roberto quando giunse a ormai meno di due metri dallomicida sollevò larma
pronto a liberare il fendente.
Anche lassassino come Roberto sollevò la lama facendo la stessa identica azione
nello stesso identico momento.
Roberto avvertì uno schianto secco, come se avesse sbattuto contro un muro.
Venne trafitto ripetutamente in diverse parti del corpo.
Cadde riverso a terra in un lago di sangue.
Sollevò il capo per guardare se lassassino fosse morto, ma non vide nessuno, solo
la parete.
In un brevissimo momento di lucidità gli sembrò di incrociare il suo stesso sguardo
riflesso allo specchio.
Morì pochi istanti più tardi.
Dal Corriere della Sera di sabato 3 marzo 2007.
Cittiglio, provincia di Varese - Strage di unintera famiglia.
ASSASSINATA NELLA NOTTE NELLA LORO ABITAZIONE UNINTERA FAMIGLIA
Cittiglio, in una piccola villetta immersa nella Valcuvia, la scorsa notte si è consumato
un orrendo massacro. Nessun sopravvissuto alla strage, unintera famiglia è stata
cancellata: i genitori Luca Coda e Sara Modda, i due fratelli Vincenzo e Roberto e la
sorellina Elena sono stati trovati orribilmente squartati nella loro abitazione. A dare
lallarme sono stati i vicini di casa, i quali hanno testimoniato che la sera
precedente hanno sentito parecchie grida provenire dallinterno dellabitazione.
Inizialmente credevano si trattasse di una banale lite in famiglia, ma la mattina
seguente, quando Gaetano, il vicino, è andato a citofonare ai vicini con una semplice
scusa, non ottenendo risposta si è rivolto ai carabinieri di Cuvio. Sono immediatamente
giunti sul posto i militari dellarma con lappoggio dei Vigili del Fuoco di
Luino, i quali, una volta sfondata la porta dellabitazione si sono trovati di fronte
un orribile spettacolo.
Nella camera da letto sono stati trovati i corpi delle vittime. Sara, la mamma giaceva sul
letto. Sul corpo della vittima si presentavano vistose e ripetute ferite provocate
presumibilmente da unarma da taglio. Il marito, Luca, giaceva ai bordi del letto, il
suo corpo era martoriato da ferite risultate mortali. Il corpo della piccola Elena, 6 anni
il prossimo 26 aprile, è stato trovato frontalmente al letto, anchessa spirata a
causa di una moltitudine di tagli ricevuti in zone vitali. Il figlio Vincenzo, 13 anni, è
stato trovato riverso poco oltre la porta della camera da letto, il cadavere dello stesso
si presentava con una vistosa ferita al collo provocata molto probabilmente dal rasoio
trovato poco distante. Il figlio maggiore, Roberto 23 anni, invece, è stato ritrovato in
corridoio adagiato stranamente contro la parete, con il corpo trafitto da innumerevoli
cocci di specchio, quasi come se fosse andato a sbattere contro lo stesso. Nella mano
stringeva ancora un lungo coltello da cucina sporco di sangue. Probabilmente intendeva
difendersi.
Poco più tardi, la scientifica è giunta sul posto ad analizzare ogni singolo dettaglio.
A seguito di una prima considerazione si è subito pensato ad un serial killer. Nel tardo
pomeriggio, invece, il tutto è stato smentito.
Di fatti, gli esperti, sono concentrati su una seconda ipotesi, ancora in fase di
approfondimento, riguardante il fratello maggiore, Roberto...