Incontro al chiaro di luna

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2012 - edizione 11

Hai ancora quella rabbia che ti brucia fin dentro le ossa, la tua musa, prodotto di fiammate insaziabili. Da quando tuo padre ti ha abbandonato non hai fatto altro che sostituire i tuoi avversari con lui. Era lui che mettevi al tappeto, ogni volta. Oggi è il match più importante della tua vita e dopo dieci anni lo vedi ancora lì di fronte a te che ti istiga a farti sotto. L'unica cosa che ti ha lasciato è questa orrenda cicatrice che ti sfigura il volto. Uno squarcio profondo causato da un forcone. La campanella ti riporta al presente, TING! Ti scagli addosso al tuo avversario, un polacco enorme, inizi a crivellarlo di colpi. Gli apri la guardia in pochi secondi a suon di montanti. Ti muovi ad una velocità superiore, peli dietro la schiena, che neanche sapevi di possedere, si drizzano immediatamente. Il polacco va giù come un sasso, KO. Ma ora lo noti tra il pubblico, come se fosse sul ring. Tuo padre. Ti guarda è sorride. La collera ti assale, ora nella sala ci siete solo tu e lui, non vedi altri.

Corri furioso verso di lui con uno scatto inumano. Lo sollevi sbattendolo poi con forza a terra, vorresti massacrarlo ma ti accorgi in quel momento che i tuoi guantoni sono ormai lacerati da unghie bestiali. Guardi tuo padre a terra con uno squarcio enorme sul petto e noti una medaglietta. La apri contiene una tua foto da piccolo. Tuo padre ti guarda orgoglioso, sei il suo campione e alla fine dice "Perdonami figliolo, volevo solo proteggerti, ti voglio bene". Non era stato un forcone. Ora capisci, la gente intorno ti osserva impietrita tornare uomo. Una canzone di Willie Nelson rompe il silenzio dall'altoparlante intonando "I'm going back to the start". Poi suona la campanella.

Luca Di Renzo

Ho 21 anni e lavoro come banconista. Pratico la boxe e sono un amante di viaggi e fumetti. Mi piace leggere, soprattutto Stephen King.