A dirla
tutta quei due non sembravano figli suoi nemmeno di striscio. Seconda cosa, luno era
diverso dallaltro come il piscio dalla merda.
Jack era il classico teppista del cazzo, rozzo, spaccone e col quoziente intellettivo di
un paio di mutande sporche.
Norman era il classico poeta maledetto, troppo delicato, dal linguaggio pulito, mezzo
checca e di sicuro un neonato aveva più senso pratico di lui.
Clyde Perkins, il padre dei due, si chiese, non per la prima volta, se quei due
scacciapassere non fossero il frutto di qualche scappatella della moglie. Guardandoli
meglio, si disse che era molto probabile. Jack doveva averlo concepito con qualche
camionista del cazzo, Norman con qualche poeta sfigato, emaciato e dal cazzo moscio.
Clyde si stava già pentendo dessersi portato dietro i figli, ma si consolò
dicendosi che quella scelta non era dipesa da lui.
Il signor Perkins era un uomo tutto dun pezzo. Faceva il contadino da sempre. Era un
gran lavoratore e non sera mai lamentato troppo della sua vita, come invece facevano
quei maledetti rompicoglioni dei figli.
Quando quella mattina gli aveva detto che lavrebbero dovuto accompagnare a pesca,
serano ribellati come se gli avesse detto che dovevano tagliarsi le palle,
tantè che aveva dovuto fare la voce grossa.
Ora erano seduti tutti e tre sulla riva del lago. Clyde al centro, Norman a destra, e Jack
a sinistra. Tutti e tre reggevano delle canne da pesca che non avevano preso nulla da
quanderano arrivati, cioè più di due ore prima. Tutti e tre si sentivano delle
inutili teste di cazzo.
«Papà?» disse Jack.
«Che cè?»
«Lunica cosa che si può pescare in questo laghetto del cazzo è qualche stronzo di
capra.»
«Chiudi quella bocca e non rompere i coglioni, Jack.» gli disse il padre aspirando una
profonda boccata dalla Pall Mall che stringeva tra le labbra.
«Papà quanto dobbiamo rimanere qui?» chiese Norman.
«Perché? Hai impegni?»
«Ho il corso di scrittura creativa.»
«Porca merda Norman! Ma perché non te ne vai a caccia di passere come tutti i ragazzi
della tua età?»
«Pà, lunica passera che quel finocchio ha visto è quella di mamma quando
lha messo al mondo.»
«Parla bene, Cristo! Sei più volgare di un attacco di diarrea!»
Clyde finì la sigaretta e se ne accese unaltra. Era molto nervoso. Non aveva voglia
di stare lì con quei due rompipalle, e sperava che loro arrivassero in fretta.
Solitamente erano puntualissimi.
Quando stava per alzarsi e mandare tutti a cagare, ecco che la superficie vellutata del
lago iniziò ad incresparsi e ribollire. Anche il colore mutò. Da grigioverde simil
vomito di scimmia, passò ad un rosso violento, venato di sfumature dorate. Laria
divenne elettrica e alcune scariche azzurre strapparono la coltre umida intorno ai tre.
I due ragazzi sussultarono. Mollarono le canne ed iniziarono a tremare come frullatori. Il
padre li afferrò per le braccia, impedendogli di alzarsi e scappare. Clyde aveva delle
presse idrauliche al posto delle mani.
«Pà? Che cazzo sta succedendo?» disse Jack con una voce più acuta di un ottava
rispetto al normale.
«Stattene tranquillo. È come guardare un documentario del National Geographic.»
Jack non si tranquillizzò per niente, ma quando vide sgorgare dalla superficie increspata
del lago una pallina di luce azzurra, simmobilizzò. Quanto a Norman, beh,
sera già pisciato addosso da un pezzo.
La pallina di luce levitò lentamente nellaria. Delle scariche elettriche iniziarono
a diffondersi da essa, che continuava a salire lenta.
Dopo quasi un minuto, la pallina di luce si fermò a circa due metri d'altezza dalla
superficie rosso mestruale del lago, ed iniziò ad ingrandirsi. Più singrandiva, e
più scariche partoriva.
I due ragazzi fissavano esterrefatti la bolla azzurra. Clyde, invece, si guardava intorno
intimorito dallidea che qualcun altro assistesse alla venuta. Non cera
nessuno. Daltronde loro non si manifestavano mai in presenza di persone non
invitate.
Man mano che la bolla di luce cresceva, laria soscurava, come se la bolla
stesse risucchiando tutta la luce intorno a loro. Dopo un paio di minuti la bolla diventò
grande quanto una mucca, e il giorno diventò buio come un eclissi totale.
«Ecco.» disse Clyde, e in quel momento la bolla azzurra si squarciò e ne uscirono due
esseri.
La luce, che fuoriuscì dalla sfera azzurra, fu così intensa che i tre chiusero gli
occhi. Ma durò un solo istante. Quando gli riaprirono, la luce e la sfera erano sparite.
Anche il lago era tornato al suo colore naturale. Cera una novità però. Al posto
della sfera, a galleggiare a mezzaria sopra lacqua, cerano due strani
esseri alti poco più di un bambino di dieci anni, e magri come i bambini africani
denutriti. La loro pelle era grigio tristezza, e la loro testa, ovale come una palla da
rugby, era sproporzionata rispetto al corpicino. Erano tutto testa. Gli occhi erano
immensi. Così grandi che parevano due buchi neri. Non avevano né naso né bocca.
Nellinsieme sembravano una versione fantascientifica di Michael Jackson. Forse loro
erano più carini però.
«Che cazzo sono?» disse Jack, riuscendo a spezzare limmobilità che laveva
avvinghiato.
«Cosa cazzo vuoi che siamo? Simon and Garfunkel? Stronzi di capra animati? Siamo alieni,
testa di cazzo!» disse il mostriciattolo alla sinistra, quello che Clyde aveva
soprannominato Mr. Incazzato. Lalieno aveva parlato in un americano perfetto, venato
da un pesante accento texano.
I ragazzi presero a tremare ancora più forte.
«Avevi ragione Clyde, sono proprio due teste di cazzo.» disse Mr. Incazzato andando a
posarsi sulla riva vicino ai tre.
«Io ve lavevo detto. Cazzi vostri che non mi avete dato retta.» disse Clyde
accendendosi unaltra cicca.
«Ehy mi hai portato le paglie?»
Clyde frugò nel taschino della camicia e poi porse allalieno un pacchetto di
Marlboro con un accendino.
Lalieno sembrò sforzarsi come se stesse cercando di cagare uno stronzo troppo
grande e quasi allestremità inferiore del suo strano viso saprì una
fenditura, che doveva essere la sua bocca, perché saccese una sigaretta e
linfilò in quel buchetto.
«Riuscite a costruire i dischi volanti e non riuscite a procurarvi un pacchetto di
Marlboro? Non riesco a crederci.» disse Clyde.
Lalieno gli fece locchiolino e osservò i due ragazzi. Il suo collega era
ancora a mezzaria sopra il laghetto. Non aveva detto ancora mezza parola.
«Allora, piccoli rivoltanti ammassi di merda, avete una minima idea del perché siete qui
oggi?» chiese lalieno sputando il fumo di lato, ma tenendo lo sguardo inchiodato ai
due ragazzi.
I due scossero la testa increduli.
«Cazzo! Il rutto di una zebra è più intelligente di voi... Ve lo spiego in breve. Io e
il mio socio qui, siamo venuti sulla terra per riportare a casa il nostro re, che
devessere da qualche parte in questo schifo di mondo. Voi due, insieme a vostro
padre, dovete aiutarci a cercarlo per il Texas dove pensiamo che si sia rifugiato. Tutto
qui. Semplice come picchiare un cieco.»
«E chi sarebbe il vostro re?» sazzardò a chiedere Jack.
«Chi cazzo vuoi che sia? Elvis ovviamente. Quello che voi considerate un uomo è in
realtà il nostro re.»
«Elvis è un alieno?» chiese Norman sbalordito.
«Cosa ti ho appena detto testa di cazzo? Certo che è un alieno, ti devo fare per caso un
disegno? Il nostro re era così grande che sarebbe riuscito a convincere un leone a fargli
un pompino solo cantandogli Love me Tender. Venendo qui, però, la figa e la coca gli
hanno dato alla testa e così ha perso un po di smalto. Ora però dobbiamo
riprendercelo, perché ci serve nel nostro pianeta. Suo padre, il vero sovrano del
pianeta, sta per lasciarci la pelle, ed Elvis diventerà il nuovo sovrano. Quindi dobbiamo
trovarlo e rimetterlo in forma alla svelta.»
«Impossibile.» disse Jack. «Elvis è morto da un pezzo.»
Lalieno si voltò verso il suo simile con unespressione schifata.
«Hai sentito questa scorreggia di armadillo, X33?»
«Sì.» disse il secondo alieno con unacutissima voce da castrato. Norman capì
perché X33 parlasse così poco. Con una voce del genere era decisamente meglio starsene
zitto.
«Rivoltante pustola pubica, secondo te non lo sapevo?... Il fatto che il Re sia morto è
tutta una puttanata! Una grande messinscena messa in opera da Elvis stesso, che non ne
poteva più degli umani ritardati come voi due. Ora Elvis si sta girando gli Stati Uniti
ubriacandosi come una scimmia e godendosi i piaceri della Terra, leggasi coca, figa e
campionato di wrestling.»
«E noi come facciamo a riconoscerlo?» chiese Norman.
«Finalmente una domanda intelligente, cazzo moscio.» disse lalieno lanciando
qualcosa ai due ragazzi. I due fratelli raccolsero le cose che lalieno gli aveva
lanciato, e saccorsero che erano due anelli doro con incastonata una pietra
bianca. Entrambi riconobbero in quegli anelli quello del padre, che da qualche mese a
questa parte aveva iniziato ad indossare senza dare nessuna spiegazione. Anche il suo era
doro e aveva una pietra bianca. Lo indossava anche in quel momento.
«Metteteveli.» ordinò lalieno. I due obbedirono.
«Bene ora avvicinatevi a me.»
I due ragazzi, con qualche riserva, si avvicinarono allalieno e, quando furono a
circa un metro e mezzo da lui, la pietra incastonata nellanello da bianca divenne
rossa ed iniziò a lampeggiare, irradiando nelle loro mani ondate di calore.
«È una specie di rilevatore dalieni?» disse Norman.
«Già, frocietto. Continua così e tra qualche anno vincerai il premio Nobel... Allora,
la vostra missione è molto semplice. Dovete girare per il Texas e visitare ogni bettola
possibile, anche le più merdose, anzi, soprattutto le più merdose. Passate vicino ad
ogni cliente, e state attenti allanello. Se iniziate a sentire un calore intorno
alle dita, vuol dire che siete vicino a un alieno. Se lanello cambia colore e
lampeggia, guardate la persona che avete più vicina e quella sarà Elvis. Se
lanello si mette a lampeggiare, premete forte la pietra e aspettate che noi
arriviamo. Se dovessimo tardare, tenete docchio il Re e seguitelo. Avete capito
brutti spermatozoi giganti?»
I due ragazzi annuirono.
«Se noi facciamo questo lavoretto per voi, cosa ci guadagniamo?» chiese Jack, ritrovando
tutta la sua insolenza.
«Piccolo avido figlio di puttana! Tu cosa vorresti?» chiese lextraterrestre.
«Una bella gnocca.»
«Bene brutto represso di merda. Tu trovami Elvis ed io ti faccio avere una figa
stratosferica che conosce più giochetti con la lingua che Ronaldinho con un pallone da
calcio.»
Jack sorrise soddisfatto.
«E tu cosa vuoi, pidocchio di cerume?»
«Io vorrei una prima edizione autografata dellInsostenibile leggerezza
dellessere di Kundera.»
«Oh, Cristo!» disse lalieno sputando per terra. «Cazzo frocietto, tra me e te
lalieno sei tu!... Esattamente da che cazzo di pianeta vieni? Finocchiandaland?»
Norman abbassò la testa e sadombrò in viso.
«Va bene piscio di bue. Avrai quello che hai chiesto.»
«Ovviamente non dovete parlare con nessuno di questo incontro e della nostra missione.»
disse Clyde ai figli.
«Esattamente.» disse lalieno. «Provate a parlarne con qualcuno e vi riduco il
buco del culo a una caverna! Ci siamo intesi, pupazzi di moccio?»
I due annuirono.
«Lo spero. Ora levatevi dal cazzo, devo parlare con vostro padre.»
I due ragazzi si diressero verso il pick-up.
«Cosa ne pensi?»
«Non lo so Clyde. Forse sono abbastanza idioti da non farsi troppe domande. Tu tienili
docchio e bada che non facciano puttanate.»
«Ehy, vi ricordate qual è la mia ricompensa?»
«Certo Clyde. Trova il Re e ti facciamo diventare il nuovo presidente degli Stati
Uniti.»
Clyde sorrise soddisfatto.
«Ora và anche tu. E vedete di trovarlo in fretta.»
Clyde annuì e se ne andò. Quando luomo fu abbastanza lontano, lalieno disse:
«Tsk. Il presidente degli Stati Uniti. Che razza di coglione! Non so chi sia più stupido
di quei tre.»
«Il ragazzino magro è carino però.» disse X33 con la sua voce da castrato.
«Sta zitto checca interplanetaria! Spera solo che lo trovino in fretta o saremo
condannati a restare su questo pianeta di merda.»
Lalieno guardò quei tre andarsene e si disse che molto probabilmente quelli non
sarebbero riusciti a trovarsi nemmeno luccello, senza una cartina e una bussola.
Temo proprio che dovrò finire la mia fottutissima vita in questo cazzo di
mondo. pensò lalieno sconsolato.