Il
villaggio dormiva immerso nella quiete più assoluta, il silenzio rotto solo dal fruscio
delle zanzare.
Solo in una casa qualcuno era ancora in attività, non preoccupandosi che qualcuno potesse
udire i rumori della loro passione. La donna del villaggio soddisfava le voglie del
cliente di turno, stavolta un manovale muscoloso che sembrava molto affiatato
nellopera, quando i missili caddero e distrussero tutto.
Il primo missile piombò sulla pubblica piazza provocando un cratere profondo diverse
centinaia di piedi, il secondo si abbatté, invece, sullabitazione del Cuoco,
uccidendolo nel sonno. Una grave perdita per il borgo.
Immediatamente, i pochi superstiti uscirono di corsa dalle loro abitazioni correndo in
ogni direzione, gridando per il terrore cercando, con ben poche speranze, di sfuggire ai
missili che continuavano a piovere dal cielo.
Il Poeta fece appena in tempo a uscire dalla sua casa prima che un razzo la colpisse
abbattendola. Non poté pensare a quanto fosse stato fortunato poiché un altro missile lo
prese in pieno, con buona pace della sua poesia.
Un altro ordigno si schiantò nelle vicinanze dellabitazione del Contadino,
polverizzandola allistante. Lesplosione uccise anche quattro o cinque persone
nelle vicinanze, tra cui il Golosone. Del resto, dopo la morte del Cuoco la sua vita era
inutile.
Quando le bombe smisero di cadere del piccolo borgo non restava più molto. Ciò che
potevano osservare i pochi superstiti era un panorama fatto di macerie, resti di
abitazioni in preda alle fiamme, un territorio devastato in cui spiccavano, nelle
posizioni più assurde, i corpi mutilati dei caduti.
Un bambino piangeva tenendo il suo sonaglio in mano, quasi a non volersi distaccare
dellunico trastullo che gli restava. Vicino il cadavere nudo e mutilato di una donna
dai lunghi capelli biondi mezzi bruciati, la stessa che poco prima era impegnata in focose
attività col manovale.
Il capovillaggio, visibilmente ferito, camminava a fatica tra le macerie invocando a gran
voce uno per uno i suoi cittadini, nella speranza che qualcuno fosse sopravvissuto. Dove
un tempo stava la sua casa adesso cera una grossa voragine le cui fiamme impedivano
di vedere il fondo.
Cadde a terra stremato. Aveva una gamba rotta.
Mentre le forze lo stavano abbandonando e, osservando lo scenario apocalittico del suo
villaggio, non aspettava altro di morire vide una figura arrivare a passo svelto verso di
lui.
I suoi occhi, annebbiati dal fumo che si sprigionava dalle rovine, lo riconobbero come
lInventore.
Lo chiamò a gran voce, fece lo sforzo di rialzarsi per andarlo ad abbracciare, quando un
sonoro calcio lo colpì alla mascella.
<<Vecchio scemo...>>
Il capovillaggio lo guardò senza riuscire a comprendere. Era successo tutto troppo in
fretta senza dare la possibilità di capacitarsi dellaccaduto.
<<Ma non hai ancora capito?!>> continuò lInventore. <<Siamo stati
noi ad attaccare il villaggio, il nostro villaggio! Io e quellidiota con gli
occhiali.>>
Non era possibile... il vecchio continuava a guardarlo senza riuscire a crederci...
Avvertendo la sua incredulità lInventore continuò a spiegare.
<<Non ne potevo più dei tuoi soprusi, del tuo merdoso villaggio in cui tutti vanno
damore e daccordo. Mi sono sempre spaccato il culo per mandare avanti questa
merda di comunità per vedere cosa?! Per vedere tu, vecchio di merda, preoccuparti solo
delle tue formule magiche schifose, per vedere dato ad altri il merito che mi spettava di
diritto!! Ho studiato una vita chimica, matematica, fisica, ingegneria, meccanica, mi sono
laureato per finire a vedere te, elogiato da tutti come un dio sceso in terra, prenderti e
dare ad altri il merito che mi spettava!>>
Il capovillaggio iniziava a capire.
<<Quello scemo occhialuto venne da me una sera per propormi il piano. Si credeva
intelligente, credeva di dover governare lui al tuo posto. Non si accontentava di
spodestarti. Lui voleva distruggerti, distruggervi tutti! Evidentemente non gli importava
di governare su un popolo di morti, era solo un fattore secondario, che cazzo ne so, quel
che mi interessa è che tutti e due avevamo il medesimo fine! Entrambi volevamo la
distruzione totale del villaggio!
Abbiamo deciso di attaccare nella notte, quando tutti dormivano. Ma prima di dare inizio
alle sequenze di lancio ho piantato un bel colpo di pistola in fronte a
quellidiota... evidentemente non era così intelligente come credeva...>>
Il capovillaggio stava piangendo. Continuava a domandarsi cosa avesse sbagliato senza
riuscire a trovare una risposta. Forse non cera risposta. In vita sua aveva sempre
rifiutato la guerra e si era sempre prodigato per insegnare al suo popolo il valori della
pace, ma evidentemente non era servito a niente. Evidentemente la guerra non era esclusiva
degli umani, come aveva sempre pensato.
Fu il suo ultimo pensiero, prima che la sua fronte fosse squarciata dal proiettile sparato
dallInventore.
Egli osservò il sangue copioso puffare la barba bianca del capovillaggio mentre si
prendeva due puffbacche dalla tasca e si accingeva a mangiarle.