Il soffitto
nero schiaccia ogni mio accenno al sonno.
La mente si tormenta, gli occhi piangono senza alcun motivo.
Accendo la luce sul comodino.
L'illuminazione giallastra apre il mio sguardo ad un luogo nauseatamene comune.
Alzo il mio corpo pesante d'insonnia e lo trascino alla scrivania, lo schermo nero del
computer reclama me.
Premo il pulsante d'accensione.
Un freddo suono pervade la camera puzzolente d'idee.
Inserisco la password e premo invio.
Pochi secondi e lui è già pronto ad accogliere ogni mia forma di violenza.
Consenziente accetta le mie dita.
Una frase poi un'altra.
Cancello e riscrivo.
Scrivo e modifico.
Apro un nuovo documento e lo schermo è di nuovo bianco, lindo come le lenzuola appena
lavate.
Fisso intensamente il foglio virtuale con la triste consapevolezza che non arriverà mai
più nessuna illuminazione.
La fantasia d'un tempo è orami decomposta e puzza come un cadavere lasciato ai vermi.
Ad un tratto lo schermo si spegne e nel suo nero riesco lentamente a distinguere il mio
volto scarico d'idee.
Mi alzo e mi dirigo verso al letto che avevo abbandonato da ore e mi immergo in lui
aspettando nuovamente di sognare il nulla e di svegliarmi la mattina per vivere il nulla.
Nessuna vita, nessun sogno, nessuna ispirazione.