L'eesile
figura di Alina, inginocchiata davanti allaltare di marmo scuro, adornato con fiori
e candelabri doro, si confondeva nelloscurità che si era man mano venuta a
formare a causa del repentino oscuramento del cielo; sicuramente di lì a poco sarebbe
cominciato a piovere. Tuttavia alcune candele elettriche, a sinistra di Alina, brillavano
e formavano unoasi luminosa ai piedi della statua della Madonna, vestita di bianco e
azzurro. Il suo sguardo compiaciuto puntava Alina. Lei continuava a pregare, in silenzio
circondata dal silenzio e dallodore di incenso rimasto nellaria dopo
lultima orazione. Non aveva neppure sedici anni, gli avrebbe compiuti ad aprile, il
mese dopo, ma dimostrava già unestrema devozione alla Chiesa. Il parroco
ladorava, prediligendola alle altre ragazze della parrocchia e la faceva stare
sempre in prima linea durante le processioni anche se questo aveva fatto ingelosire
qualche fedele zitella. Eppure, anche loro rimanevano zitte e quiete quando la dolce voce
di Alina, durante la funzione domenicale, fluttuava nellaria portando le parole del
Vangelo.
La giovane si alzò lenta, e indietreggiò, per non voltare le spalle allaltare,
oltre il quale stava una rappresentazione del Sacro Cuore circondato da una cornice
dorata, e si sedette su una panca, a riflettere. Stare in quel posto le donava un senso di
pace e sicurezza. Chiuse gli occhi e gli riaprì quando un fascio luminoso la colpì in
viso. Le nuvole si stavano aprendo e il sole stava filtrando, inondando con in sui raggi
la piccola navata. Per Alina fu un sollievo perché con la luce, tutta la chiesa sembrava
ancora più bella: i colori delle statue, dei dipinti e degli ornamenti acquistavano nuovo
splendore. Si voltò intorno sorridendo e posando gli occhi per caso sul pavimento,
immediatamente sotto la statua a grandezza naturale raffigurante unaltra Madonna,
con in braccio il piccolo Gesù, vide unombra che la fece incuriosire. Era molto
lunga, in maniera alquanto insolita, e non sembrava affatto seguire i contorni della
statua generatrice.
Alina scrutò lombra per alcuni istanti e la finestra dalla quale entrava la luce poi, dato che aveva parecchi dubbi si alzò e si mise alla sinistra della Madonna, e la sua ombra si proiettò parallela a quella della statua. Alina, corrugò le sottili sopraciglia: la sua testolina era piena di domande, che non trovavano risposte sensate. Girò intorno alla statua, cambiò angolazione ma non riusciva a spiegare un particolare. Un particolare che rendeva tutto inquietante: lombra della testa presentava due escrescenze, in corrispondenza della fronte, molto arcuate. Parevano essere le uniche cose che Alina aveva cercato di escludere fin dal primo momento, due corna, e mordendosi le labbra fissò il viso rassicurante della Madonna: gli occhi colmi di pietà e amore rincuorarono la giovane, la quale sentì crescere in sè tuttavia un opprimente sensazione di inquietudine. Veloci affiorarono in lei le parole dellAve o Maria, e per qualche attimo la cullarono e dissiparono le ombre e i timori che si erano, pian piano, accumulate dentro lei. Si allontanò, quindi, dalla statua e tornò davanti allaltare, per pregare ancora un pò; la sua più cara amica, Maya, aveva avuto un incidente qualche settimana prima, a causa di unautomobilista ubriaco, e pur non essendo in pericolo di vita le sue condizioni non erano delle migliori. Fissò nella sua mente il viso sereno di Maya e pregò sentitamente. La sua concentrazione era talmente intensa da non accorgersi del lento e deciso rumore di passi dietro di lei, costante e meccanico. La navata piombò nelloscurità e in contemporanea i passi si zittirono cedendo il posto al dolce mormorio di Alina. Le parole sommesse volavano come foglie al vento posandosi in ogni angolo della chiesa, e come risposta i raggi del sole filtrarono nuovamente dai rosoni illuminando tutto. In quel momento Alina smise di pregare, si alzò e fece per andarsene. Volgendo appena la testa si accorse di unombra a fianco a lei, quell ombra: strinse il rosario che teneva in mano e si morse il labbro. Come fa ad essere là? pensò. Tutte le candele si spensero di colpo, come per un invisibile soffio di vento. Subito dopo percepì una ventata di calore dietro di sé e portando il rosario al petto si voltò. La scena che gli si presentò la fece vacillare, soffocandole il grido che avrebbe voluto lanciare. Con le braccia tese e le mani arcuate come artigli stava la statua della Madonna, protesa in avanti per afferrare il collo di Alina. I lineamenti facciali erano terrificanti, sciolti in unespressione malvagia e disgustosa che ebbero leffetto di bloccare ogni muscolo della ragazza. Il gesso le colava dalle vesti, lungo le guance, dalle mani e i fiori posti come corona carbonizzati. Laria intorno alla statua era insopportabilmente calda e ben presto il viso stravolto di Alina si coprì di sudore mentre arrancava allindietro. I suoi pensieri erano confusi e le bombardavano il cervello con forza, impedendole di ragionare e di coordinare anche la più piccola parte del corpo. Senza sapere come si ritrovò per terra, ai piedi dellaltare, boccheggiando dinnanzi al mostro di gesso dalle mani frementi: in quegli attimi sembrava molto più imponente e coprì Alina con la sua ombra scura. Incapace di difendersi, tale era lorrore, la ragazza venne afferrata al collo da quelle mani calde e grondanti. Non ci volle molto perché la Vita fuggisse via assieme ai frammenti delle sue ultime preghiere.
***
- Benissimo. Un buon lavoro anche se il modo in cui lhai portato
a termine non mi ha entusiasmato. - tuonò una voce nel vuoto.
- Ammetto di aver un pò esagerato però hai ottenuto ciò che volevi senza sporcarti le
mani, come al solito. Ho solo aggiunto il mio tocco personale. - ringhiò unaltra.
- In ogni caso sono soddisfatto. Quella che mi hai procurato è unanima molto bella.
E gustosa. - la prima voce risuonò nuovamente amplificata dallo spazio del Nulla.
- Una sola cosa mi indispettisce. - fece la seconda.
- Cosa?
- Incolperanno indirettamente me mentre la tua fedele verrà pianta e affidata alla tua
Grazia, come al solito.
- Questo era nei patti. Io do a te le anime cattive per saziare la tua fame mentre io
divoro quelle rette. La gente deve credere che esista il Bene e il Male cosicché, facendo
la scelta, possano sfamarci.
- Già. - la seconda voce si prese una lunga pausa - Su quali nuove anime hai posato gli
occhi Dio?
- Non saprei. Scegli tu stavolta Satana.