Pene d'amore

Ritardato emozionale, così gli aveva detto Cristina prima di lasciarlo...
- Sei ridicolo, a 36 anni hai la maturità emotiva di un ragazzo di venti. Sei patetico. Vivi i rapporti con una superficialità incredibile, non ti affezioni a nessuno. Non ami nessuno. Fai solo quello che ti va, consumi soltanto e non fai nulla per far crescere un rapporto! Certo sei intelligente... sai fare uno più uno, ti sei laureato in fisica, hai il dottorato, lavori all’università, ti chiamano per conferenze, ma sei un ritardato. Un ritardato emozionale!
Cristina lo sapeva quanto si stava sbagliando? No, non sapeva. La signorina so tutto io, non capiva proprio un accidenti. Lui soffriva, eccome se soffriva! Cosa ne sapeva lei, quanto aveva sofferto quando Giulia voleva lasciarlo per quel musicista!

Oppure di Vittoria per quell’insegnante di tango! E Kety? Non gli aveva forse strappato il cuore? Certo che aveva sofferto e, ancora le amava lui le sue donne, più di prima!
Ritardato emozionale. No, non poteva permettere che Cristina lo lasciasse così; come non aveva permesso alle altre, di andarsene senza lasciargli almeno un ricordo, un pegno d’amore. Da Giulia aveva preteso il suo sedere, il più sexy che avesse mai visto; da Vittoria il suo sorriso, dolcissimo; da Kety le sue splendide gambe e, da Cristina avrebbe richiesto gli occhi, i suoi grandi occhi da cerbiatta.
Il vino, la droga e ferri chirurgici erano già pronti e sterilizzati, come il vaso con l’alcool nella sua cantina. Mancava solo lei, Cristina. Le altre erano già lì.

Cristina