Sono
vicini. Lo percepisco dai tonfi, impressionanti, che fanno tremare le pareti.
Mia sorella Maddalena, sfortunatamente, può ancora udire le loro grida acutissime. Lei e
la sua maledetta curiosità... Disperata, si ferisce un orecchio, sperando che possa
servire a qualcosa. Poi le sfugge unimprecazione. Anche se non sento più, lho
capito dal modo in cui ha spalancato gli occhi. Dannazione!
Guardo dalla finestra, e vedo le loro sagome filiformi, altissime, minacciose. Noto i visi
allungati e quella sorta di fessura che produce il suono insostenibile, quellurlo
dal quale si può fuggire con un unico brutale metodo: smettere di udire.
Hanno sentito le parole di mia sorella, e ora ce ne sono due che stanno venendo qui. Sono
usciti da sotto le montagne, solo qualche giorno fa.
Cè chi dice abitassero il
pianeta quando luomo era ancora unipotesi, cè chi afferma sia il modo
in cui la Natura rivendica i torti subiti, cè addirittura chi insinua siano i
nostri salvatori, venuti per iniziarci a una nuova vita. Io dico che non me ne frega
niente. Ci stanno ammazzando uno a uno, e questo è quanto.
Maddalena piange nervosamente, le lacrime miste al sangue dellorecchio che si è
lacerata. Bestemmia, perfino. Ora non le interessa più stare zitta.
Sa invece che può fare soltanto una cosa per salvarsi...
Eccoli, sono qui. Maddalena esce di casa e li sfida, decisa, infischiandosene della loro
imponente altezza. Quelle creature la osservano un istante, poi se ne vanno.
Dalla finestra guardo Maddalena, esterrefatto: un coltellino le cade di mano, poi lancia
la sua lingua addosso alla parete, strillando. Alla fine ha ceduto anche lei. Si è tolta
la parola, e ora comunicheremo a grugniti.
Già, solo così quelli-che-urlano ci risparmiano. Alluomo, infatti, non è più
permesso parlare. Purtroppo, ce ne siamo accorti soltanto ora.