Egli si
stringeva nella giacca infreddolito, mentre guardava furtivo i dintorni. Nella sera il
vento ululava nella via ormai deserta, udiva soltanto qualche sporadico miagolio
proveniente dai cassonetti straripanti di maleodorante spazzatura.
Il giorno precedente aveva negato lelemosina ad una vecchina che implorava
Fate la carità.... La mendicante lo aveva maledetto. Sebbene non aveva dato
credito alle parole della vecchia, in quella sera dallatmosfera fredda e cupa si
sentiva scosso da un brivido di paura.
Passò davanti al vicolo più stretto e buio della zona. Alluomo le tenebre
sembrarono meno fitte di qualche secondo addietro tanto che riuscì ad intravedere la
sagoma scura di una persona accucciata per terra.
Tutto bene? chiese lui, avvicinandosi senza ottenere risposta. Si chinò
quindi a cercare il suo viso, ma scoprì che il volto aveva perso pelle e carne e solo
ragni e vermi lo abitavano. Lo scheletro emise una cavernosa risata, che lo fece cadere a
terra dalla paura.
Da sotto la spazzatura contro la quale urtò, uscì fuori un essere gelatinoso con la
bocca piena di denti marci. Si leccava le labbra come volesse cibarsi di lui. Egli cercò
si alzarsi e scappare, ma riuscì solo a gattonare per un paio di metri, prima di trovarsi
davanti a delle ombre feline, che si gonfiarono e ruggirono come tigri. Alluomo non
restò che gridare per lultima volta . Le ombre lo graffiarono ed il sangue si
sparse a fiotti sul marciapiede, il mostro gelatinoso si attaccò alla sua testa ed
iniziò a succhiare, ingurgitando ossa e carne, lasciando solo la pelle tra i vestiti
afflosciati. Lo scheletro si alzò e ghignando soddisfatto si vestì con la pelle
delluomo.
Il giorno seguente, coperto di stracci e con una tazza sbeccata in mano, proprio
quelluomo si aggirava per le strade implorando Fate la carità....