Blu

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Si sfilò lentamente il bracciale di pietre azzurre, la collana e i pendenti, posandoli con cura, uno accanto all’altro, sul comò. Quasi in trance, lasciò cadere a terra il coprispalle, leggero come ali di fata, e scivolò fuori dall’abito di organza blu, che abbracciava il suo corpo fino alle caviglie. Poi, senza abbassare lo sguardo, con una leggera pressione sui talloni, si tolse i sandali, sottili come zampette di ragno, e sciolse sulle spalle la massa di capelli corvini.
Solo allora ebbe il coraggio di guardarsi allo specchio.
I suoi occhi sembravano talmente grandi da riempire l’intera superficie d’argento. Il rimmel, colato lungo le ciglia, disegnava sulle guance livide due strisce lucenti come bava di lumaca. Una grossa lacrima nera seguì il medesimo sentiero acquitrinoso.
Lo odiava. Lo odiava con tutta se stessa.

Le sue pupille tremarono di collera.
L’aveva usata, si era preso gioco di lei, le aveva spezzato il cuore. Se ne era andato lasciandola agonizzante, senza nemmeno voltarsi a vedere se respirava ancora.
Strinse i pugni incidendosi la carne con le unghie laccate di blu.
Era solo un maledetto egoista. Non meritava niente.
Come una stupida, aveva creduto alle sue promesse. Chissà a quante altre, prima di lei, aveva sussurrato all’orecchio le stesse parole... era stata un’ingenua.
Ma quella sera aveva voluto incontrarlo di nuovo per prendersi la rivincita.
Bella come una principessa delle favole, si era preparata con la massima cura. Non aveva trascurato nulla. Aveva giocato la sua partita e l’aveva vinta.

 

Sorrise al suo riflesso, scoprendo due file di zanne rosso sangue.
Almeno quel bastardo aveva un buon sapore.

Francesca Abbiati