Pochi
minuti prima che lelicottero atterrasse sul tetto del centro commerciale Robert si
svegliava, una crosta di saliva aggrappata allangolo della bocca e il classico
dolore alla tempia post sbornia che lo avrebbe accompagnato per tutta la giornata.
Giaceva supino e flaccido sui teli dimballaggio nella zona di scarico merci del
supermercato: li trovava un rifugio perfetto per i suoi sonnellini e le sue bevute.
Fuori ,sopra di lui, il rombo di motori ed eliche lo accompagnavano mentre tentava di
rialzarsi.
Era il week end lavorativo e come sempre il suo principale lo lasciava solo come un cane
quando incombeva linventario mensile.
Maledetti burocrati comunisti.... Per Robert tutti i direttori di reparto
erano burocrati comunisti.
Pensò di dar una golata alla bottiglia quando i rumori iniziarono. La serranda metallica
a pochi metri da lui sobbalzava con tonfi ferrosi, colpita ritmicamente dallesterno.
Vi si avvicinò imprecando.
Un attimo diavolo, sto arrivando! pigiando il bottone rosso dapertura
automatica della serranda.
Nel frattempo tre uomini e una donna scendevano dallelicottero. Non avrebbero
conosciuto Robert. Almeno non da vivo.
La serranda per lo scarico merci dei camion si alzò cigolando, mentre lammasso di
zombie lì fuori si accalcava per entrare.
Ne poteva vedere le gambe, alcune mutilate, e un odore di terra e morte gli fece vomitare
gli ultimi rimasugli di alcool e succhi gastrici.
Non fece in tempo a scorgere il sole che lo assalirono. Uno zombi gli azzannò la mano
destra strappandone tre dita, mentre altri lo urtarono facendogli perdere
lequilibrio; cadde pesantemente sulle natiche fratturandosi il bacino. Il dolore
travolgente fu condito da decine di morsi, le membra che si sfilacciavano tra i denti di
quei dannati.
Robert urlò.
Dentro il centro commerciale i quattro fuggiaschi non lo sentirono, stavano discutendo sul
da farsi. Sarebbero stati giorni movimentati.