Non ero
riuscita a tenere a freno la mia curiosità e lavevo seguita al calar della notte.
In paese si mormorava che la vecchia che abitava in fondo al vicolo della filanda fosse
una strega, ma io non ci credevo.
Alla sera, la vedevo sempre seduta su una vecchia sedia di legno verde, fuori dalla porta
di casa. Ci passava almeno unora, là fuori, a spazzolarsi i lunghi capelli tendenti
al grigio che scioglieva solo dopo il tramonto. Un giorno, un uomo del paese passando di
lì e vedendola pettinarsi, le chiese se si stesse preparando per qualche festa del rione
e lei rispose: Vado al Pian delle civette.
Era stato da quel giorno che la vecchia era stata creduta una strega, perché il Pian
delle civette era noto per essere luogo dove si svolgevano sabba e incontri tra streghe.
Così quella sera la seguii e dovetti credere a tutto quello che si mormorava in paese.
Nel mezzo di tre grandi alberi di noce, intorno a un fuoco, si erano radunate delle
persone, i cui volti erano rischiarati di tanto in tanto dalle fiamme per rivelare dei
terribili volti di streghe.
Ballavano tutte in cerchio e urlavano. Sui loro visi si potevano scorgere cavità sdentate
deformate da mostruosi ghigni sinistri, occhi fuori dalle orbite per lebbrezza
dovuta al bere. Le streghe si passavano tra mani raggrinzite dalle lunghe dita nodose
calici colmi di vino rosso ed enormi fette di zucca che addentavano furiose. Pietrificata
dietro un grande tronco, il terrore mi aveva immobilizzato, ma trovai la forza di
scappare. Il tempo di distogliere lo sguardo da quel indegno spettacolo, mi sentii
afferrare il polso da una mano ruvida. Avevo di fronte una maschera di orrore. Due occhi
iniettati di sangue mi fissavano nelloscurità e un fetore insopportabile mi avvolse
allimprovviso.
Mi chiamo Gaia e sono una giornalista praticante in una rivista di moda per bambini. Sono appassionata dallo scrivere un po di tutto. In redazione mi dedico agli articoli, nelle pause caffè al mio Blog e a casa mi diletto in racconti, favole e fiabe.