Lucia
afferrò il cappotto nero ed uscì dallufficio. Era stata una giornata dura.
Lavorava da poco alla SRICNAAIT e già la odiava. Doveva gestire un torrente di facce
terrorizzate che si affollavano alla reception. Lei dava loro le informazioni e li
inseriva nel database prima di farli accedere alla sala dattesa, dove sedevano come
animali spaventati in attesa di trovare il loro nuovo posto. Una nuova identità. Questo
li spaventava tanto. Non avrebbero ricordato niente... tranne alcuni forse... ma erano
pochi per fortuna.
Sapeva che un minimo errore nellinserimento dati avrebbe scombussolato tutto.
Bastava una dimenticanza e parti della vecchia vita si sarebbero sovrapposte alla nuova.
Gli psichiatri la chiamavano pazzia.
Lucia spinse la porta ed entrò nel bar, fece cadere la neve dai capelli e si diresse al
bancone. Il suo fidanzato sarebbe arrivato presto, sarebbero andati a cena fuori. Afferrò
uno sgabello e ordinò un drink.
"Giornata dura?" un uomo daffari scivolò lungo il bancone nella sua
direzione, riducendo la distanza sinuosamente, il suo alito sapeva di birra.
"E non è finita!" Si lamentò scorbutica per non intrattenere questultimo
scocciatore ubriaco.
"Ah! Darei la mia anima per non lavorare più!" disse alzando il bicchiere per
brindare facendo cadere un po del suo contenuto sul bancone.
"Sono sicura che si può fare..." replicò lei sfoggiando il suo miglior sorriso
di plastica.
La morte apparve improvvisa dietro le spalle dellubriaco, era elegante e affascinate
come sempre. Estrasse una piccola carta business dalla sua giacca nera e la fece scivolare
in tasca dellubriaco. Sorrise brevemente a Lucia, prima di andarsene con le mani
incrociate dietro la schiena.
Lucia finì il drink e fece per uscire.
Aspetti... viene qui spesso?" Le sue parole erano quasi incomprensibili.
"Non si preoccupi" disse allacciandosi il cappotto. "Mi vedrà di
nuovo..."