Sentiva gli
occhi bruciare. E quando pensava di aver finito le lacrime, scopriva di avere ancora
liquidi in corpo. Seduta nella sua stanza, sul letto che da due giorni era tutto il suo
mondo, guardava le foto fatte con lui. E sentiva lo stomaco stringersi.
Perché? Perché mi hai fatto questo? Perché mi hai lasciata?
Domande ossessive che le vorticavano in testa, mentre osservava la palla di cristallo,
quella stessa palla lucente che lui le regalò per il loro primo mese insieme. E poi
lodio. Lodio feroce per chi le aveva fatto così male.
Strinse gli occhi, e nelle profondità della palla di cristallo vide una pagliuzza, una
piccola impurità.
Come vorrei... come vorrei tenerti sempre qua dentro... sempre con me
Appoggiò la palla sul comodino, sotto lalogena, e cadde in un sonno pesante e senza
sogni.
Carlo si girava nelle lenzuola in un sonno agitato. Si svegliava
frequentemente, con lorrenda sensazione che qualcuno lo stesse spiando. Ormai erano
due notti che non chiudeva occhio. Si svegliò di nuovo, sentiva la pelle bruciare.
Attraverso le palpebre chiuse percepiva una luce fortissima. Aprì gli occhi e sentì un
dolore lancinante mentre le pupille diventavano come capocchie di spillo. Una luce
accecante pervadeva un deserto di sabbia bianchissima. Spettrali prismi di cristallo
violaceo fluttuavano nellaria, e nella volta violacea del cielo una sfera infuocata
della luminosità di mille soli, e di altrettanto calore. Sentì le lacrime scendergli
sulle guance ed evaporare in sottili tracce salate.
Cosa... sta... succedendo?
Fu lultimo pensiero coerente che riuscì ad articolare prima di sentire la pelle
arricciarsi per il calore e iniziare a sollevarsi in vesciche grosse come budini.
Camilla si svegliò, per la prima volta riposata. Si era addormentata, con lalogena accesa. Sotto di essa la palla di cristallo. Con la sua piccola, insignificante impurità allinterno.