Mi trovavo in mezzo al sangue, stretto, costipato, pressato. Non capivo cosero, né dovero, ma il terrore sera impadronito di me. Sulle pareti di questo luogo cera vita; assieme a me budella, fetore, gas putridi: guardavo questo ambiente vermiglio e senza accorgermene mi sentivo assediato da succhi gastrici. Allimprovviso realizzai che non ero più vivo ma ero parte di unaltra vita. Mi stavo trasformando in qualcosa di nuovo, di viscido, di mucillaginoso: stavo diventando parte della bestia, la bestia feroce che mi aveva inghiottito: luomo che aveva ucciso mio padre e mia madre e che poi mi aveva legato, picchiato, ferito e staccato arto per arto, facendomi morire lentamente. Ricordo solo ora che mentre giacevo legato, mi staccava pezzi di braccia e di gambe col suo bisturi e ingoiava schegge del mio corpo mentre urlavo rabbioso e angosciato; inghiottiva lentamente il mio corpo. Poi aveva mangiato il mio cuore, il mio cervello e bevuto il mio sangue. Purtroppo aveva mangiato di me anche lanima, ora intrappolata nella sua pancia e chissà se lavrebbe smaltita, prima o poi, assieme al resto del mio corpo.