“Lalallà la lalallà la lalallà la”
La nenia continua nella mia testa, mentre osservo l’altalena in giardino. La stessa altalena dalla quale, fino a pochi mesi fa, dondolava mia cugina Etta, che voleva la spingessi sempre più su, sempre più su, con le manine che si aggrappavano forte alle corde.
Rideva Etta, con quella sua risata infantile e la sua vocina ancora da bambina... rideva, appunto.
Ora non ride più, e neanche si dondola sull’altalena, lei, sempre così gentile e buona, sempre la migliore in tutto rispetto alle compagnucce della sua età, Etta cui tutti volevano bene.
Etta, che non era la stessa da ormai molto tempo, ma di quel cambiamento solo io mi ero accorta, Etta che era una figlia di Satana. Vedevo i suoi occhi, color del mare, diventare neri come inchiostro, il suo viso trasformarsi in una maschera, i suoi dentini ancora da latte diventare più aguzzi e la sua risata scomporsi in un ghigno. E dall’altalena pronunciava parole oscene, con una voce improvvisamente troppo acuta o troppo profonda per la sua tenera età. Etta che non c’è più, appunto.
Eppure, come in questo istante, sento ancora la sua voce, non quella di bambina ma quella del demonio dentro di lei, mentre mi accarezza una spalla. “Lo sai – mi dice – lo sai di cosa ho bisogno”.
Sì, è vero, so, dove vuole arrivare. Quella cosa che si è insinuata in Etta ha bisogno di un corpo per rivivere, e so che vorrebbe che quel corpo fosse il mio. Ha anche bisogno dell’assenso del “proprietario”, un consenso che troppo facilmente ha avuto da una bambina. Oh, certo, Etta mi raccontava di quest’amico immaginario con il quale parlava. Gli aveva anche attribuito un nome, ma pensavamo che fosse quello che era, un amico immaginario e basta. Facile per questa “cosa” ottenere un sì da lei. Con me, adolescente, è tutt’altra storia. Promessa di vita eterna? Non m’interessa. Promessa di vivere ricca e felice e di avere tutto quello che voglio? Neppure questo mi smuove. Promessa di diventare bella, bellissima? Oh sì, questo sì che m’interessa davvero. Scappare dall’anonimato di questa vita “umana”, e solleticare così la mia vanità... Quale adolescente scialba non preferirebbe essere bellissima da morire, come quelle che compaiono sulle copertine delle riviste? Così patinate da sembrare false. Be, io non ne avrei bisogno, sarei bellissima al naturale, ammirata e invidiata.
L’unica cosa che tiene a bada il demone è la cantilena che ripeteva Etta all’infinito, mentre si dondolava sull’altalena “Lalallà la lalallà la lalallà la”. Non so il perché, ma il demone sembra arretrare e diventare timoroso, il suo ringhio si trasforma in un mugolio scomposto fino a scemare del tutto.
Sbuffo irritata, per essere una figlia di Satana questo spirito mi appare deboluccio. Che fine hanno fatto i demoni di cui narrano le leggende, quelli spaventosi, quelli che catturano il tuo sguardo e ti ipnotizzano a tal punto da farti eseguire qualsiasi cosa, quelli che, insomma, ti conducono alla dannazione eterna?
“Sarai bella, sarai bellissima, te lo prometto” Ecco che torna a ripetermi la frase magica che volevo sentire.
Sì, sarò bella, diventerò bellissima. Magari domani... sì, domani. Per oggi, per questa sera, desidero restare me stessa.
“Lalallà la lalallà la lalallà la”