Il giorno
in cui sono morto non era giorno ma piena notte.
Dovevo andare in bagno così mi fermai in un autogrill. Cera un uomo dentro, vicino
ai liquori, puzzava terribilmente, un misto di caffè, aglio e qualcosaltro. La sua
puzza mi nauseava, e mi allontanai immediatamente verso il bagno. Feci tutto molto in
fretta per poter risalire al più presto in auto. Uscii di nuovo nel bar. Non cera
nessuno, né dietro il bancone né vicino agli alcolici. Cominciai a guardarmi attorno
inquieto.
Poi lo avvertii. Fu il suo odore ad arrivarmi per primo, il tanfo di decomposizione che
non avevo riconosciuto quandero entrato. Mi mossi velocemente ma lui riuscì ad
afferrarmi. Chiusi gli occhi, istintivamente, sapendo che se lavessi visto davvero
sarei impazzito. Allungai le mani e queste affondarono nella spugna bagnata che era il suo
viso, un liquido vischioso mi scivolò fino ai polsi e urlai. Provai a scappare ma i piedi
scivolarono sul pavimento bagnato.
Caddi avanti sbattendo il naso, e quando aprì gli
occhi per rialzarmi vidi il ragazzo con la divisa gialla dellautogrill che mi
guardava disteso sul pavimento. Un occhio azzurro gli penzolava sulla guancia e in bocca
aveva il proprio orecchio. Urlai. E urlai ancora.
La cosa dietro gorgogliò qualcosa, forse una risata umida, poi mi prese per i capelli e
mi girò il collo con un movimento improvviso. Pensavo mi avrebbe ucciso, invece si
limitò a sistemarmi nella posizione migliore.
Sentì i suoi denti che si richiudevano appena sotto lorecchio e urlai di dolore
mentre mi strappava la carne viva dal viso. Cercai di divincolarmi, ma senza risultato.
Morii dopo qualche minuto ma non potei rendermene conto, la mia mente era altrove, fuori
uso sin dal quando una goccia calda di pus cadde dal suo occhio nella mia gola.
Sono stata segnalata a diversi concorsi letterari e ne ho vinto uno mai, però, a tematica horror.