Re Senza Testa

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Eppure me l’avevano detto. Me l’avevano detto, di non entrare nel Bosco delle Ombre.
Ma quel paesaggio era davvero superbo; avvolto nell’oro, nell’ambra, nel viola carminio di un autunno sgargiante. Ah, la stagione dei morti! Le foglie rosse e cremisi imporporate dal tramonto sanguigno; una malinconia sapida e asciutta, che ti si stringe addosso come un paltò di lana cotta. Le ombre dei morti ti seguono, ma tu ancora non le vedi.

 

Eppure me l’avevano sussurrato all’orecchio, i furbi gargoyles dal fiato di brina e i teschi della Cripta; me l’avevano detto, di non pernottare al Castello del Re Senza Testa.
Invece ho bussato alla porta del Castello e la locandiera mi ha accompagnato nella mia stanza su in alto, su in cima fino alla Torre, in mezzo ai ratti neri e opulenti.
Eppure li avevo visti, gli occhi gravi dei Cavalieri dipinti sulle tele, che mi seguivano apprensivi. Li ho sentiti biascicare. Mi dicevano: “Non andare, non andare. Torna indietro”

Invece sono qui. Stanotte fa freddo e le fiamme nel camino si sono arrese al soffio ceruleo del grecale.
Mi butto addosso le coperte, chiudo gli occhi.
Subito arrivano le ombre. Erano rannicchiate sotto al letto, mi stavano aspettando. Le ombre dei morti risalgono le lenzuola calde di sonno, mi danzano attorno, nere e pesanti. Danzano e cantano:
“Il Re vuole la tua testa. Vuole vedere il mondo degli Inferi”.
Con la loro mannaia ricurva e arcigna mi incidono la giugulare. E’ solo un attimo, poi un fiotto rosso e caldo si spande sul cuscino.
Ora cavalco al galoppo tra i cunicoli dell’Inferno. Quando abbasso lo sguardo, scorgo la divisa coi pennacchi e i lucidi bottoni dorati.
Sono io. Sono la nuova, giovane testa del defunto Re Senza Testa.

 

Eppure me l’avevano detto. Me l’avevano detto di non andare.

Silvia Bertozzi

Mi chiamo Silvia Bertozzi, ho una laurea in Traduzione (inglese e spagnolo) e lavoro presso l'Ufficio Estero di una grande azienda. Sono una divoratrice di libri e un'appassionata di letteratura inglese. Scrivo dall'età di 8-9 anni e sono arrivata finalista a vari concorsi letterari con racconti di diverso genere. Inutile dire che il genere gotico, il thriller e l'horror sono quelli che prediligo. Edgar Allan Poe è il mio grande mito.